Sul palco è energia pura: recita, balla, crea simpatici siparietti, ricorda un passato fatto di tanti sacrifici e indimenticabili idoli che hanno segnato il cinema e la tv. Pino Insegno, noto attore romano ma dal sangue amaranto (i suoi genitori e nonni sono reggini doc), è tornato ieri sera al teatro “Francesco Cilea” all’interno della rassegna teatrale dell’Officina dell’Arte di Peppe Piromalli, siglando un altro meritato successo. Insieme all’attore Federico Perrotta e al gruppo musicale I Baraonna, Insegno traccia la sua carriera artistica dagli esordi ai giorni nostri con le sue “58 sfumature di Pino”, show esilarante, davvero ben costruito, curato nei dettagli, che esplora il mondo degli anni ’60, ’70 e ’80, facendo rivivere i miti di allora, gli sceneggiati e i personaggi famosi del cinema italiano e non solo.
Tanti simpatici sketch mettono in evidenza la bravura di un “cavallo di razza” qual’è Insegno, generoso a dividere il palco con il collega Perrotta, giovane possente e ammaliatore della scena. Lo spettacolo, come anticipato dallo stesso Insegno, fa decisamente ridere ma allo stesso tempo, emoziona chi ha vissuto la tv come strumento di aggregazione familiare. E poi, la musica dei Baraonna che si fonde con le parole degli attori ricorda un passato straordinario, a cui un po’ tutti siamo legati. Un intenso viaggio attraverso il cinema, la televisione, la musica e i nuovi media che hanno sì migliorato la vita dell’essere umano ma lo hanno allontanato da quel cinema che portava condivisione, unione, passione, emozione.
Il “mattatore” Insegno riscrive con la sua voce un percorso tra quelle pellicole destinate a contaminare, orientare le scelte ed influenzare il futuro, responsabili di un presente che appare sempre e comunque inaccettabile. L’esuberante Perrotta, personaggio restio alle etichette come alle convenzioni, dominato dalla passione per il teatro, segue con molta umiltà il suo “guru” vestendo i panni di un compagno fedele in scena per coltivare i sogni di un uomo che prende coscienza del presente senza dimenticare per forza un grande passato. Una carta che si è rivelata vincente in questo nuovo show di Insegno è proprio la reciprocità attoriale di due professionisti che hanno saputo, con i loro corpi e voci, fare un dipinto della vita. Arrivati al bivio, tocca ad Insegno scegliere se continuare in un disordine incondizionato o cedere alle lusinghe di un “io” che rifiuta la bella apparenza o i poteri della tecnologia per scegliere l’umanità, sè stesso, la passione e l’amore che il cinema vero dà. Il riscatto c’è stato, non c’è bisogno di interrogarsi sul resto: l’emozione punta dritto allo stomaco e al cuore. La via della favola sembra essere l’unica chiave possibile per “giustificare” certe scelte, ma Pino Insegno segue la strada della realtà e proprio sul finale, nel suo racconto fatto di “dissolvenze e stacchi”, rimarca che “la vita non sarà mai un film” ma bisogna ugualmente viverla con intensità e passione.

Alcuni momenti dello show

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