(foto di Maurizio Polimeni – per cause tecniche, l’articolo viene pubblicato soltanto oggi)

Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La Reggina è tornata al successo dopo due mesi ed ha allungato le distanze dalla zona play off. Si è trattata di una gara d’altri tempi: pioggia a dirotto con folate di vento, risultato sempre in bilico, decisioni arbitrali contrastanti e tanta, troppa, animosità in campo. Forse sarebbe stato troppo pretendere pure qualità tecnica, ma i quattromila tifosi presenti hanno apprezzato una prestazione finalmente grintosa degli amaranto, che non si sono risparmiati nulla, a cominciare da Mezavilla che, ad un certo punto del primo tempo (coadiuvato da Giuffrida) ha suonato la carica ai suoi compagni che fino a quel momento sembravano subire timidamente la determinazione fisica dei casertani. Vittoria meritata quella della Reggina. E’ vero che la rete del primo vantaggio di Laezza, su azione da calcio angolo, l’ha vista soltanto l’assistente lato gradinata che non ha avuto il minimo dubbio ad andare verso il centro del campo, ma la squadra di Maurizi ha avuto almeno altre tre occasioni nitide. Per la Casertana è stato sufficiente approfittare del consueto imbambolamento della difesa reggina, proprio mentre a bordo campo le due panchine se le…promettevano di santa ragione (ma in quel frangente la gara avrebbe dovuto essere interrotta), per pareggiare allo scadere del recupero del primo tempo. Ci ha poi pensato, a quasi metà ripresa, Bianchimano a piegare con una punizione le mani al portiere ospite e a sancire il 2-1.

Tensioni in campo

Tanta la tensione sul terreno di gioco, con la sola espulsione del tecnico casertano, e, a quanto pare, pure negli spogliatoi. Basta leggere il comunicato del giudice sportivo (clicca qui per maggiori dettagli), che sembra più un bollettino di guerra: nove squalificati, quattro per parte, più una stangata per il ds amaranto Salvatore Basile, fermato per ben sei mesi. Si comprende la tensione, la voglia unita alla necessità di vincere, ma riteniamo che in casa amaranto più di un tesserato stia superando con una certa frequenza i limiti di un normale comportamento e il nervosismo montante delle ultime settimane non può certo essere usato come giustificazione. Presto o tardi ci riabitueremo tutti all’idea di non essere più in serie A, ma non potremo mai, né intendiamo, abituarci a certi atteggiamenti che ricordano il peggior calcio di sessanta anni fa.

 

 

 

Lascia un commento