E.S., 35 anni, a 18 anni aveva tentato di avviare un’attività imprenditoriale, ma la crisi dell’edilizia iniziata nel 2008 lo colpì duramente. Il suo appartamento era finito all’asta nel 2010, ma non era servito a soddisfare gli istituti di credito e, con 1.700 euro di stipendio e 1.100 di spese indispensabili al mese, i suoi debiti – al netto degli imprevisti – si sarebbero infatti cancellati soltanto all’età della pensione.
Grazie alla legge 3/2012, la cosiddetta salva suicidi, i giudici hanno accettato per lui la procedura di sovra indebitamento e il 35enne pagherà 300 euro al mese per soli cinque anni e al termine di questo periodo non dovrà più nulla a nessuno quando, ottenuta l’esdebitazione, i suoi debiti residui saranno completamente cancellati. 

La legge “antisuicidi”

La Legge 3/2012 definisce il sovra indebitamento all’art. 6, comma 2, lett. a) come: “la situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente“. In altre parole, il sovra indebitamento non è altro che la difficile condizione di coloro che non riescono a ripagare i propri debiti con le loro disponibilità economiche. Un istituto giuridico prezioso, utilissimo, ma ancora poco noto e diffuso, complice anche una scarsa attenzione ad esso dedicata da parte degli organi di informazione generalisti e di quelli specifici di carattere economico e fiscale.

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