Articolo e immagini di Maurizio Domenico Gattuso

Oggi la mia riflessione parte dal pensiero che il 9 di Maggio si è festeggiata qualcosa che forse la maggioranza di chi mi legge non ha ancora metabolizzato, e cioè la Festa dell’Europa, in memoria del giorno in cui nel 1950 si presentò il primo piano di cooperazione economica dando inizio ad un processo d’integrazione Europea che inevitabilmente suggerisce in me la domanda su dove stia andando oggi l’Europa all’interno di quest’Occidente.
A metterci poi, sopra questo mio personale punto di domanda, il cosiddetto “carico da novanta”, ci pensano giustamente a mio parere i Papi che negli ultimi decenni hanno insistito sulle “radici cristiane” dell’Europa, come di qualcosa senza la quale essa stessa secondo me non può edificare quella comune idea di una “patria Europea”, perché alla sua stessa origine, dal punto di vista di civiltà, si trova il cristianesimo, senza il quale i valori occidentali di dignità, libertà e giustizia sono addirittura incomprensibili.
Il futuro dell’Europa, insomma, non può prescindere dalle sue radici etiche e spirituali, le sole a poter alimentare quell’Unione Europea di cui non sono che l’anima della sua stessa unità, perché può vivere solo d’identici valori cristiani e umani, come quelli della dignità della persona umana, del profondo sentimento di giustizia, libertà e laboriosità, dello spirito d’iniziativa, dell’amore per la famiglia, del rispetto della vita, le note principali che la caratterizzano per idea e identità. Ciò che ha fondato la cultura dell’Europa, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarlo rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura Occidentale, soprattutto Europea. Nessun altro soggetto della storia europea al pari della Chiesa può farsi portavoce in maniera così vasta e capillare della vocazione e missione del Vecchio Continente, e a nessun altro come ad essa i popoli dell’Europa possono guardare come a un riferimento morale, rimasto oggi più che mai rilevante dopo la rinascita delle ideologie sulla crisi dei vecchi modelli etici in Occidente.
Il richiamo alle “radici cristiane” è tutt’altro che un mio semplice pensiero nostalgico a ritrovare nel passato la risposta per le inquietudini del presente, è in realtà basilare per rilanciare la grande ispirazione della cultura europea. Sono queste le radici che hanno suscitato innumerevoli storie di fede di fronte alle pazze idee della spiritualità russa. Queste stesse radici motivano oggi il rifiuto di ogni atteggiamento passivo e rinunciatario di fronte alla crisi in atto, è il Sovranismo che in molte nazioni Europee grida giustizia oltre che richiedere, da parte di tutti i popoli europei, una sorta di assunzione di responsabilità, che può solo contribuire a costruire quella “casa comune europea” nel rispetto delle urgenze del presente; forse non è altro che una profezia di un futuro sempre più vicino a realizzare un pensiero identitario.