Una Regione che continua imperterrita la propria attività “non utile” alla vita dei calabresi, ma anzi per peggiorarne le condizioni generali in materia di sanità, servizi ed assistenza alla persona, lavoro, commercio, infrastrutture e tante altre ancora. Una Calabria che versa in uno stato di emergenza perenne e totale e dove perfino le imprese funebri sono costrette, loro malgrado, ad inscenare lugubri sfilate davanti alla sede della massima assise regionale, la politica di governo calabrese a trazione Pd impiega il poco tempo rimasto ad “inventarsi” una rivoluzione copernicana in seno al Consiglio regionale per proseguire nella propria negligente e distruttiva opera anche dopo le prossime elezioni.
La modifica approvata al regolamento degli uffici e dei servizi di Palazzo Campanella da parte del Presidente Irto e degli altri componenti consiglieri dell’Ufficio di Presidenza rappresenta un gesto di arroganza politica verso il buon senso. Cambiare le regole del gioco in corsa, soprattutto quando la partita è quasi alla fine, è un’azione che mette totalmente a nudo la debolezza di una classe dirigente politica che intravede il proprio tramonto e, noncurante, decide di piegare alle proprie esigenze elettorali i vitali criteri di funzionamento della macchina legislativa della Calabria. Cristallizzare il futuro dell’attuale classe apicale della burocrazia regionale del Consiglio e condizionare le opzioni dirigenziali future, vuol dire imporre ai prossimi inquilini legittimamente eletti di Palazzo Campanella di dover sottostare alla politica di indirizzo che oggi governa la nostra regione. Appare di assoluta chiarezza che la principale prerogativa di chi vincerà le elezioni sarà proprio quella di offrire, fin da subito, un’impronta netta di rottura verso il modo scriteriato di gestire la cosa pubblica fin qui condotto.
Sarà necessario imporre un indirizzo politico che riporti nei ranghi del buon senso amministrativo, purtroppo completamente smarrito negli ultimi cinque anni, e che risponda in maniera impeccabile ai tanti rilievi giunti dalla Corte dei Conti sulla contabilità di palazzo. Moralmente illegittima ed assolutamente dannosa per i calabresi e per le aspettative che tutti noi riponiamo nella prossima tornata elettorale. Assurdo provocare forzature delle norme regolamentari esistenti per motivi elettorali presenti e futuri. Anche la scelta del momento, a mandato concluso, appare inopportuna e funzionale all’imminente impegno elettorale. Il Presidente Irto, oggi organo politico uscente del Consiglio regionale, non sprechi questa ultima occasione di fare la cosa giusta e rispetti le norme regolamentari che sinora hanno dato dignità agli uffici che in questi anni ha avuto l’onore di guidare: blocchi l’iter amministrativo in questione con il prossimo Ufficio di Presidenza e riconduca nei binari del buon senso normativo l’azione della massima espressione democratica della nostra regione. Non cada nei malcostumi pre elettorali del Pd. Ma ove tutto ciò non dovesse accadere, auspichiamo necessario che i Capi gruppo ed i componenti dell’attuale minoranza in consiglio pongano la questione con determinazione e grande senso delle istituzioni, durante i lavori della prossima riunione dell’Assemblea regionale ricordando, soprattutto all’attuale pseudo-maggioranza, che la Calabria non merita tutto questo. Stiano certi i signori della sinistra che l’occupazione sistematica delle poltrone di potere è in grado di scuotere le coscienze e i cittadini sapranno bene cosa decidere nelle prossime tornate elettorali, quando saranno chiamati a votare la nuova consiliatura.

Movimento Nazionale per la Sovranità