Showtime! Un grande momento di spettacolo spalmato in ben otto puntate è stato regalato ad una platea di telespettatori sempre in crescita dal Professore e la sua banda di rapinatori nella quarta (e scommettiamo, non ultima!) stagione de “La Casa di Carta” (“La Casa de Papel”), uno dei titoli di punta della celeberrima piattaforma di streaming Netflix. Dopo una terza tranche di episodi non particolarmente entusiasmante (i fan avevano, in particolare, lamentato l’assenza di scavo psicologico dei protagonisti, nonché una scarna presentazione delle new entries della banda mascherata da Dalì), la serie TV con Úrsula Corberó e Álvaro Morte è tornata in grande spolvero, mettendo praticamente d’accordo tutti.

Amore e Morte

Cosa ha funzionato in questa nuova stagione de “La Casa di Carta”? Il creatore Álex Pina ha saputo mescolare con cura tutti gli ingredienti che decretano il successo di un prodotto destinato ad un vasto pubblico. Amore, suspense, amicizia, etica, famiglia, dolore, vendetta, paura, morte: sentimenti e momenti appartenenti all’animo umano sono incarnati perfettamente in tutti i personaggi dello show, che pare non soffrire per l’eliminazione o l’innesto di nuovi attanti, perché capace di creare una trama praticamente senza buchi in cui ogni avvenimento, anche il più doloroso, si incastra perfettamente.
Il puzzle, dunque, funziona a dovere. Partiamo con un primo episodio risolutivo di alcuni drammatici istanti rimasti in sospeso alla fine della terza stagione: il ferimento di Nairobi (Alba Flores) e la reazione forte di Denver (Jaime Lorente) alle parole tendenziose e provocatorie di uno dei personaggi a furor di popolo più detestati dello show, Arturo (Enrique Arce, che in questa quarta stagione de “La Casa di Carta” riuscirà, incredibile ma vero, a farsi odiare ancora di più). Il Professore, intanto, è distrutto dalla (presunta) morte di Lisbona (Itziar Ituño) e travolto dalla consapevolezza che provare tali sentimenti offusca in lui qualunque genere di giudizio.
Amore e morte viaggiano, così, su binari paralleli e, anche se sono destinati a non incontrarsi, inevitabilmente influenzano in egual misura la sorte dei protagonisti. Questo aspetto diventa più evidente nelle puntate successive e nei ricorrenti flashback che vedono protagonista l’indimenticabile Berlino (Pedro Alonso) e che spiegano il controverso rapporto che lega il defunto fratello del Professore a Palermo (Rodrigo de la Serna, uno dei personaggi più complessi della serie).

Nel cuore della banda

Una delle migliori scelte attuate dall’autore de “La Casa di Carta 4” è stata quella di concentrarsi maggiormente sui componenti della banda, a partire proprio da Palermo, protagonista nell’ultimo episodio di uno dei momenti più toccanti di tutta la quarta stagione. L’uomo, da sempre innamorato di Berlino, dopo aver messo alle strette i suoi stessi compagni di sventura e aver contribuito a liberare il capo della sicurezza del Governatore Cesar Gandía (innescando così drammatiche conseguenze, come avremo modo di comprendere più avanti), si lascia andare ad un momento di verità con Helsinki (Darko Peric), al quale promette di portarlo vivo e vegeto fuori dalla Banca di Spagna e a cui chiede di non commettere il suo stesso errore: farsi corrodere da codardia e da un dolore non affrontato nel modo giusto. Grazie alla presenza di continui e piacevoli salti indietro nei ricordi della banda, riusciamo anche a conoscere meglio Bogotà e Marsiglia (rispettivamente impersonati da Hovik Keuchkerian e Luka Peros) e il rapporto che lega loro al Professore, a Palermo e a Berlino. Marsiglia è l’anima “comica” della serie, con i suoi continui sketch con il Professore e i momenti divertenti vissuti con i suoi amici durante il matrimonio di Berlino, con i quali intona a squarciagola due grandissimi successi della canzone italiana: “Ti amo” di Umberto Tozzi e soprattutto “Centro di gravità permanente” di Franco Battiato. Attimi di distensione, che ben fanno da contrappunto agli immancabili momenti drammatici in “La Casa de Papel” che ci ha, purtroppo, abituato a dire addio ad alcuni dei protagonisti più amati dello show.

Per Nairobi

Ebbene sì: un altro componente della banda perderà la vita nel corso di questa quarta stagione de “La Casa di Carta”. Si tratta di Nairobi, giustiziata a sangue freddo da Gandía proprio quando le sue ferite stavano guarendo e la donna si era finalmente lasciata andare alla possibilità di cominciare una nuova vita a fianco di Bogotà, innamorato di lei sin dalla scorsa stagione. Una perdita straziante, seconda solo a quella di Berlino: Nairobi era una dei componenti della banda più amati dai fan, grazie alla brillante interpretazione di Alba Flores, capace di dare un’anima forte ma al contempo dolce alla “criminale” in cerca di redenzione, che desidera metter su famiglia e che considera i suoi colleghi di rapina soprattutto degli amici, anzi, dei fratelli.
E’ proprio il rapporto con Nairobi a rendere più sopportabile una Tokyo che, al contrario della sua collega, risulta essere uno dei personaggi meno sopportabili de “La Casa di Carta”.Nairobi è sì grintosa, forse spietata, ma al contempo leale e materna, tenera; il suo legame con Helsinki intenerisce i fan e la speranza di poter avere un bambino dal Professore (tramite fecondazione assistita) da crescere con Bogotà fa sognare i patiti della serie. Un sogno, purtroppo, infranto a poche puntate dal termine dello show. La morte di Nairobi, uno dei perni della banda, non impedisce però ai ragazzi di portare a termine il piano proprio in sua memoria. La mente della banda, il Professore, riprende in mano la situazione riuscendo persino a salvare la sua amata Lisbona anche grazie a nuovi aiuti e ad una infiltrata tra gli ostaggi (Manila, vecchia amica di Denver). La sorte pare volgere a favore dei nostri “Robin Hood” iberici che, mettendo in atto il cosiddetto “Piano Parigi“, riescono a trionfare sulla polizia, le cui mani sono irrimediabilmente macchiate di sangue a seguito delle confessioni choc della sanguinaria ispettrice Alicia Sierra. L’imprevisto, però, è dietro l’angolo per la mente della banda e ha le fattezze gravide proprio della spietata Alicia.

Capitolo cinque

Una continua alternanza di emozioni, un climax sempre crescente, un finale al cardiopalma aperto. Cosa aspettarci per il futuro? Álex Pina ha lasciato intendere che potrebbero non solo realizzarsi il quinto ed il sesto capitolo de “La Casa di Carta”, ma addirittura una serie spin-off (probabilmente dedicata all’amatissimo Berlino). L’emergenza Covid-19 (che ha colpito anche una delle attrici della serie, Itziar Ituño) ha ovviamente causato uno slittamento di tutte le produzioni televisive e streaming, ma non ha messo un freno ai sogni degli aficionados della banda mascherata da Dalì, che spera in una quinta stagione all’altezza della quarta appena conclusa.