Il video ufficiale di Pictureboard

It starts with one thing“… Era il 24 ottobre 2000 quando una allora semisconosciuta rock band statunitense scalava prepotentemente le classifiche di mezzo mondo con una hit, “In the end“, dalle tipiche sonorità strong e caratterizzato da un connubio perfettamente riuscito tra il trascinante rap di Mike Shinoda e l’indimenticabile voce potente e al contempo struggente di Chester Bennington.
“In the end” è uno dei singoli di punta di un album di debutto, “Hybrid Theory“, che divenne ben presto un cult per gli appassionati del genere e non solo. Sono passati da quel 24 ottobre ben venti anni e nel frattempo i Linkin Park sono cresciuti collezionando una sfilza di successi ma affrontando, purtroppo, anche la tragica e la prematura scomparsa del frontman della band, Chester Bennington (il cantante si è tolto la vita nel 2017 nel giorno del compleanno dell’amico e collega Chris Cornell, anch’egli suicidatosi pochi mesi prima). Un anniversario che assume per il gruppo un sapore agrodolce, ma che Shinoda e compagni hanno deciso ugualmente di celebrare, regalando ai fan una ristampa di “Hybrid Theory” (uscita nella giornata di ieri) con al suo interno delle autentiche chicche per gli aficionados della band.
Oltre ai successi che hanno reso “immortale” questo disco, infatti, i Linkin Park hanno aggiunto due brani inediti: si tratta del primo estratto dalla ristampa, “She couldn’t” e di “Pictureboard” – quest’ultima non esattamente sconosciuta ai fan, nonostante non fosse mai stata incisa e resa pubblica sino ad ora. “I fan conoscono “Pictureboard” da circa 19 o 20 anni. Sono al corrente della sua esistenza, ma non hanno minimamente idea di come sia” ha dichiarato Mike Shinoda che non ha fatto mistero della presenza di un’ingente mole di materiale mai ascoltato prodotto dalla band: un’eredità preziosissima per gli amanti della musica dei Linkin Park, nonché un’opportunità più unica che rara di veder librare in aria la straordinaria voce di Chester Bennington.
Come per i successivi lavori della band, infatti, anche e soprattutto in “Hybrid Theory” è forte l’impronta autobiografica del compianto cantante, che in alcuni brani del disco ha raccontato senza filtri la sua vita, caratterizzata dalle dipendenze da alcol e droga per superare una infanzia dolorosa (in “Crawling“, ad esempio, Bennington cantava: “Contro la mia volontà resto accanto alla mia immagine riflessa/ Mi sta ossessionando/ Come se io non riuscissi… a ritrovare me stesso/ Le mie pareti mi stanno intrappolando“). “Hybrid Theory” rientra senza dubbio nella lista dei must have di ogni patito del rock elettronico, grazie ad un’armonica mescolanza di generi e di sonorità, il tutto accompagnato da una delle ugole più talentuose del rock degli ultimi venti anni.
E’ da sottolineare, infine, un fatto curioso: l’album di esordio dei Linkin Park condivide la celebrazione del ventennale con una serie televisiva cult, “CSI“, il cui quinto episodio della nona stagione ha come titolo una delle canzoni successive ad “Hybrid Theory” più amata dai fan del gruppo, “Leave out all the rest“, colonna sonora portante dell’intera puntata: altra dimostrazione, qualora ce ne fosse stato bisogno, dell’impatto che Bennington e compagni hanno avuto sulla scena spettacolare degli ultimi venti anni.