Immagine di Valentina Giannettoni

Com’è triste Venezia, soltanto un anno dopo… cantava Charles Aznavour. E’ stato triste il Venezia per il reggino Mimmo Toscano, sollevato dall’incarico di allenatore al termine della sconfitta interna contro la squadra lagunare, la sesta in campionato nelle ultime sette giornate. La decisione era nell’aria, com’era facilmente immaginabile che sarebbe arrivata alla prima occasione in cui fosse scivolato il piede nuovamente alla compagine amaranto.
Eppure, ad un certo punto, nella ventosa serata dicembrina era sembrato che si potesse ripetere quanto accaduto otto giorni prima col Brescia, più per demeriti degli avversari che per la prestazione della Reggina. Consapevole dei rischi sul suo futuro, mister Toscano ha forzato il rientro in campo di Menez, peraltro costretto ad abbandonare il campo dopo mezz’ora, e schierato una formazione più di corsa, alla quale ha chiesto fin dall’inizio di pressare alto già nell’area di rigore avversaria.
Nulla da segnalare, se non la difficoltà del Venezia a manovrare. Appena superato il decimo minuto, un lampo ha acceso il Granillo: un lancio di De Rose ha trovato in profondità Lafferty che, partito da un’impercettibile posizione di fuori gioco, dopo una fuga di 40 metri e lasciato alle spalle il suo diretto avversario, ha battuto il portiere con un tiro dal basso in alto. Fino all’intervallo, nessun problema particolare per gli amaranto nel controllare la molle reazione dei veneti. La ripresa è iniziata con una verve maggiore da parte degli ospiti, anche grazie alle due sostituzioni che hanno conquistato campo approfittando di una Reggina in evidente difficoltà fisica a ripartire. Pur senza subire colpi in apparenza letali, la squadra amaranto è sembrata un pugile messo all’angolo in attesa della botta decisiva. E l’uno-due è arrivato dopo la mezzora, in poco più di cinque minuti con due nei nuovi entrati: prima Aramu, che ha approfittato di un’autostrada centrale per indirizzare una prima volta verso la porta amaranto e successivamente ribadire in gol in assoluta solitudine la respinta di Plizzari; poi Bocalon che, spalle alle porta, è riuscito a girare in rete, con la colpevole (ed involontaria) complicità di Gasparetto.
Sedici dei 18 gol al passivo sono stati subiti nella ripresa. Al di là dei demeriti amaranto, il vantaggio è sembrato comunque un premio eccessivo per i lagunari: con la forza della disperazione, la Reggina si è catapultata in avanti e due volte il subentrato Loiacono è andato vicino al pareggio con un colpo di testa, respinto quasi sulla linea e, nel recupero, con un tiro all’incrocio deviato dal portiere.

Marcatori: 11’pt Lafferty, 32’st Aramu, 38′ Bocalon.

Reggina: Plizzari; Delprato, Cionek (Gasparetto), Liotti; Rolando (Loiacono), De Rose, Crisetig, Di Chiara; Rivas (Folorunsho); Ménez (Bellomo), Lafferty (Vasic). All.: Toscano. a d.: Guarna, Farroni, Stavropoulos, Peli, Bianchi, Marcucci, Mastour.
Venezia: Lezzerini 6; Mazzocchi 6, Cremonesi 5.5 (Svoboda), Ceccaroni 5, Felicioli 6; Maleh 5.5 (Aramu 6.5), Vacca 6, Crnigoj 6 (Fiordilino 6); Capello 6 (Bocalon 6), Forte 6, Johnsen 5 (Di Mariano 6). All.: Zanetti 6. a d.: Pomini, Ferrarini, Molinaro, Rossi, Bjarkason, St Clair, Karlsson.

Arb.: Maresca (Di Vuolo – Maccadino / Marchetti).

Pagelle

Plizzari 6: quando impegnato è stato pronto e reattivo, ma nulla da fare sui gol

Delprato 6: ha fatto il compitino, ma ogni gara con minore brillantezza

Cionek 5.5: fuori posizione sul gol del pareggio

Gasparetto 4.5: prima di andare inutilmente a fare il centravanti si è fatto buggerare in maniera imperdonabile nella rete della sconfitta

Liotti 5.5: non irreprensibile in occasione del pareggio veneziano

Rolando 4.5: non è in condizione, e si vede

Loiacono 6.5: venti minuti per essere l’amaranto più pericoloso in zona gol

De Rose 6.5: il migliore degli amaranto, capace persino di mandare in gol Lafferty. Una barriera davanti all’area, finché Aramu non ha trovato lo spazio per colpire

Crisetig 5: si è sacrificato, ma non ha mai proposto

Di Chiara 6: l’unico a provare a spingere

Rivas 5: non è stato capace di incidere

Menez: Toscano ha posto le sue speranze su di lui, che non era in condizione, ed ha malamente retto mezzora

Bellomo 5: subentrato a Menez, ha sprecato banalmente le poche cose buone tentate

Lafferty 6: prima rete in amaranto, finché ha retto fisicamente (un tempo) si è sentita la sua presenza

Vasic: per ammissione del ds, si doveva capire se potesse esserci spazio per lui nel calcio italiano, ma l’ecatombe (prevedibile) nel settore offensivo gli ha assegnato responsabilità improponibili

Toscano 5.5: ci ha provato, ha rischiato, ma gli è andata male. Magari sarebbe stato opportuno anticipare i cambi. La squadra è atleticamente a pezzi. Come da prassi, è toccato a lui – probabilmente il meno colpevole – a pagare per questa situazione.

L’esonero di Toscano

E’ stato l’amministratore delegato, Luca Gallo, nel frenetico dopo gara a comunicare l’esonero di Toscano. Il massimo esponente della società amaranto è apparso turbato ed in evidente difficoltà per la piega che ha preso la situazione, imprevedibile per sua stessa ammissione. L’allontanamento del tecnico si è reso necessario per la lunga serie di risultati negativi. Una decisione peraltro già paventata, ma rinviata in attesa di una ripresa che non c’è stata. Le responsabilità non sono soltanto dell’allenatore, ma pure dei giocatori (“fa riflettere soprattutto l’esibizione di Verona”) e del ds, e “anche le mie, ma io purtroppo non posso farmi da parte”.
Al momento, la squadra è stata affidata al tecnico della Primavera, Luca Falsini, in attesa della scelta del sostituto di Toscano in un trio già contattato e disponibile. “Credo che ci sia ancora il tempo per raddrizzare la situazione, ma è necessario non sbagliare e quindi scegliere quello che si possa adattare all’organico della squadra (difficile, n.d.a.) e all’ambiente amaranto” ha poi concluso Gallo.