Foto di Valentina Giannettoni

Il cane morde sempre lo straccione. Col Cittadella è stata una serata in qualche modo storica per la Reggina: mai una partita giocata dagli amaranto era cominciata ad un’ora così tarda. Preventivato alle 14, il fischio d’inizio è stato posticipato alle 21,30 per attendere l’esito dei tamponi a cui si erano sottoposti i giocatori della squadra padovana: in tre si sono aggiunti ai sei, oltre all’allenatore, già contagiati prima della partenza per Reggio. Ospiti rimaneggiatissimi, ma pure la Reggina non è da meno. Però, come stabilisce inequivocabilmente il proverbio, i morsi hanno ferito la derelitta squadra amaranto. Quarta sconfitta consecutiva sul proprio campo (a memoria non ricordiamo una serie così negativa), settima nelle ultime otto. Lo scorso anno, di questi tempi, la Reggina inanellava vittorie su vittorie: evidentemente, come il suo proprietario, non ama le mezze misure…
Mister Baroni, all’esordio sulla panchina amaranto, non ha certo avuto la possibilità di modificare granché, tuttavia, pur confermando buona parte dell’ultima formazione (le uniche modifiche al centro della difesa) ha optato per uno schieramento a 4 dietro e Rivas a supporto dell’unica punta, Lafferty.
E’ complicato descrivere quanto avvenuto sotto una pioggia sottile, perché la sconfitta è stata originata da una serie di episodi sfavorevoli, che hanno però annichilito una squadra fragile come quella amaranto. Era cominciata bene la gara, con un colpo di testa di Liotti finito appena alto sulla traversa e con lo stesso difensore vibonese che, intorno al ventesimo, si è confermato il cannoniere amaranto (quarta rete) concludendo sempre di testa un bello scambio Lafferty-Rivas.
Debole la reazione dei granata, limitata ad un tiro da fuori, finché su azione di calcio d’angolo il pallone non è carambolato sul braccio di Lafferty: quando il calcio era uno sport un po’ più decente, il rigore non sarebbe mai stato assegnato, ma, considerato che ora si punisce la forma piuttosto che la sostanza, dal dischetto Tsadjout ha spiazzato l’ex compagno nel Milan.
Il rientro dall’intervallo ha fatto ben presto capire che il copione delle ultime gare si sarebbe ripetuto, anche se si confidava sulle precarie condizioni del Cittadella, bravo a giostrare in mezzo al campo e penetrante quanto poco concreto in avanti. Ma la Reggina non aveva fatto i conti col destino baro… Dopo aver subito un colpo involontario in un’uscita aerea, mentre Plizzari cercava vistosamente (e inutilmente) di richiamare l’attenzione di arbitro e compagni, la palla è ritornata in area amaranto, con Stavropoulos che autonomamente l’ha lasciata al proprio portiere che, claudicante, non ha avuto la rapidità per intervenire consentendo a Proia di indirizzare nella porta vuota. A termini di regolamento, la rete andava annullata, tanto che, mentre venivano prestate le cure al portiere, l’assistente dell’arbitro è rimasto a lungo imperterrito al suo posto. Ma nessun amaranto ha evidenziato la cosa… Pochi minuti ancora e la gara si è virtualmente chiusa, quando Liotti, il migliore fino al momento, si è meritato l’espulsione per una sconsiderata entrata pericolosa su un avversario. Sino alla fine c’è stato giusto il tempo di subire la terza rete dopo una palla persa a centrocampo da Mastour con ripartenza viziata da fuori gioco e difettosa respinta di Stavropoulos, e di assistere ad un’occasione sprecata da Vasic ad un passo dalla porta oltre a qualche tentativo dei veneti di arrotondare il risultato nel recupero. Adesso la Reggina è in piena zona retrocessione: rapido ritorno a sei anni a mezzo fa.

REGGINA-CITTADELLA 1-3

Marcatori: 21’pt Liotti (R), 39′ Tsadjout, 7’st Proia, 25′ Branca

Reggina: Plizzari; Delprato, Loiacono, Stavropoulos, Di Chiara; Rolando (Peli), De Rose (Folorunsho), Crisetig (Bianchi), Liotti; Rivas (Vasic), Lafferty (Mastour). All.: Baroni a d.: Guarna, Farroni, Gasparetto, Marcucci.
Cittadella: Kastrati 6; Perticone 6, Adorni 5, Camigliano 5,5, Donnarumma 6; Branca 6,5 (Grillo); Vita 6,5 (D’Urso), Proia 6, Gargiulo 6 (Iori 6);  Tavernelli 6,5 (Rosafio), Tsadjout 6 (Ogunseye). All.: Gorini 6,5. a d.: Plechero.

Arb: Massimi (Paganessi – Sechi / Amabile) 5.

Pagelle

Plizzari 6: impegnato solo in qualche uscita; incolpevole e sfortunato sui gol

Delprato 5,5: il suo processo di crescita si sta bloccando con l’involuzione della squadra

Loiacono 5: spesso in difficoltà con il diretto avversario

Stavropoulos 4,5: ha messo lo zampino su due reti, ma avrebbe dovuto sapere che non si lascia la palla al portiere se non la chiama e che non si respinge di tacco dentro l’area piccola

Di Chiara 5,5: meglio nel primo tempo, sparito, ma non il solo, nel secondo

Rolando 5: confuso ed impreciso: forse ancora non proprio pronto per la serie B

Peli: Vasic ha sprecato il suo preciso cross

De Rose 5,5: ha fatto il suo in interdizione, ma se deve pure proporre…

Folorunsho 5: rimpianto finché non viene schierato in campo

Crisetig 5: non è riuscito a svolgere il suo compito di organizzatore del gioco

Bianchi: giusto il tempo di girovagare in mezzo al campo

Liotti 7/3: il migliore fino alla scriteriata espulsione. Resta il dubbio sul perché ad un certo punto Toscano abbia destinato alla panchina l’amaranto più incisivo

Rivas 5,5: la palla al bacio per il gol di Liotti la cosa più bella, l’unica

Vasic: per la seconda volta, a risultato compromesso, ha fallito un’occasione d’oro per rompere l’incantesimo e segnare la prima rete italiana

Lafferty 5,5: assolutamente sfortunato in occasione del rigore. Però, perché far arretrare nella propria area l’unico attaccante?

Mastour 5: notato soltanto quando ha perso la palla che ha originato l’azione del terzo gol

Baroni 6: non era possibile fare di meglio in così poco tempo. Bisogna capire se lo sarà in futuro.