I Carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro, hanno denunciato in stato di libertà una donna, 48enne del posto, pensionata, per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, gravemente indiziata per la percezione indebita della pensione d’invalidità riservata ai soggetti affetti da “cecità assoluta”.Nello specifico, l’indagine, condotta dai militari della Stazione Carabinieri di Gioia Tauro, ha permesso, soprattutto attraverso svariati servizi di osservazione e pedinamento, di riscontrare comportamenti assunti dalla donna con estrema dimestichezza e facilità come il semplice gesto di “scrolling” sul touchscreen del cellullare così come l’assoluta autonomia dimostrata nel firmare atti o nei movimenti di quotidiana “routine” da non risultare sicuramente di così facile esecuzione anche nello status di “non vedente”.
Dagli accertamenti posti in essere dai militari dell’Arma, in particolare, è emerso che la donna  per circa 15 anni, a causa delle false attestazioni sull’invalidità, avesse percepito indebitamente un’indennità stimata dall’I.N.P.S di circa 208.000 euro.  A risultare indagati anche i due medici che, in diverse circostanze, avrebbero certificato l’invalidità della donna: i reati contestati, quello di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, nonché falso materiale commesso da pubblici ufficiali in atto pubblico, in concorso.
Trattandosi di provvedimento in fase di indagini preliminari, rimangono salve le successive determinazioni in fase dibattimentale. 

Medico sospeso, di rifiutò di far ricoverare un paziente affetto da Covid

Nei giorni scorsi, personale della Polizia di Stato in servizio presso la Sezione Investigativa del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio dalla professione medica, per la durata di un anno, emessa nei confronti di un medico del SUEM 118.L’attività di polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, è stata avviata a seguito del decesso di un cinquantaduenne all’interno del pronto soccorso dell’ospedale di Gioia Tauro, avvenuto nell’ottobre 2021, dove era giunto in codice rosso accusando sintomi da infarto.
Dall’analisi della cartella clinica del paziente, dei tracciati GPS dell’ambulanza, delle registrazioni delle conversazioni del numero di emergenza 118, delle immagini di videosorveglianza e dalle dichiarazioni rese dai testimoni, gli Agenti della Polizia di Stato hanno riscontrato condotte gravemente negligenti poste in essere dal medico dell’ambulanza.
Il soccorritore, infatti, a seguito di una sospetta positività al Covid-19 del paziente, si è rifiutato di trasportare il paziente presso il GOM di Reggio Calabria, dove nel frattempo era stata allestita la sala operatoria dell’UTIC per un intervento salvavita, a causa della mancanza di dispositivi di protezione all’interno dell’ambulanza, decidendo arbitrariamente di allontanarsi dal nosocomio e rifiutando le richieste avanzate dai medici del Pronto Soccorso.