Ieri pomeriggio si è tenuto il quarto “Incontro di Natura” presso il salone delle Conferenze del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane dell’Università Mediterranea; un ciclo di conferenze organizzato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte insieme al Touring Club Italiano, Club di Territorio di Reggio Calabria. Il direttore del Parco, Sergio Tralongo ha relazionato l’evento argomentando, informando e sensibilizzando il pubblico su un importante tema: il recupero ambientale e la gestione del territorio.
Soprattutto nelle aree protette progetti di questo tipo trovano una reale applicazione, finalizzati nel favorire la Biodiversità. Il direttore, con taglio divulgativo, ha raccontato un’esperienza molto interessante vissuta nel Parco Regionale dello Stirone, in Emilia Romagna, dove sono stati portati avanti tre interventi di recupero ambientale, realizzati diversi anni fa (’80/’90), con l’obiettivo di bonificare un’area di deposito ceneri, ricreare una zona umida per favorire la biodiversità della fauna e della flora locale e sistemare una sponda fluviale in erosione. Tutti questi sono esempi di ottimi interventi di ingegneria ambientale che il Direttore Tralongo, insieme ad un team interdisciplinare, ha portato avanti negli anni raggiungendo dei grandissimi risultati, sia dal punto di vista ambientale, sia sotto quello meramente estetico, paesaggistico.
Esempi, questi emiliani, tutti facilmente applicabili sul nostro territorio; unica cosa da tener d’occhio, ha continuato il direttore, sono i gruppi di lavoro che si creano e le modalità di intervento e di lavoro che attuano sull’ambiente. Un ottimo progetto di recupero ambientale o di ingegneria ambientalistica è prima di tutto un progetto a lungo termine poiché, una volta attuato il programma di recupero, bisogna lasciare il tempo alla natura di riprendersi, cosicché si formi un habitat conforme alla rigenerazione e, conseguentemente, proliferazione delle diversità ambientali e, successivamente, delle Biodiversità.
In secondo luogo, un ottimo progetto di recupero del territorio è un lavoro che deve essere realizzato da un punto di vista interdisciplinare, quindi comprendente una larga cerchia di professionalità diverse (agronomo, geologo, biologo, architetto, ingegnere), riuscendo in questo modo ad ottenere un’ampia visione del problema e, allo stesso tempo, diverse modalità di attuazione del piano di recupero. Questa modalità di lavoro dà sicuramente più solidità al progetto proprio perché, avendo professionalità diverse, si riesce ad ottenere un quadro finale più armonico e controllato.
Ultimo aspetto, ma non per importanza, da tenere in considerazione e che va di pari passo con il precedente, è la gravità della situazione ambientale sulla quale bisogna intervenire poiché un intervento repentino, attuato senza uno studio più o meno approfondito del territorio, potrebbe portare ad una risoluzione temporanea del problema causando, alcune volte, un ulteriore peggioramento ambientale.
Questi esempi sono, come già scritto in precedenza, ottimi presupposti da cui prendere spunto per migliorare e ripristinare diverse parti del nostro Parco Nazionale e, soprattutto, per qualsiasi altro parco italiano e non, dimostranti come un lavoro organizzato, studiato meticolosamente ed attuato con passione possa portare dei risultati meravigliosi e, soprattutto, eco-friendly.
Appuntamento a giovedì 16 maggio per il prossimo incontro di Natura organizzato dall’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte: il tema fondante saranno i pipistrelli, con inizio alle 17 presso il salone delle Conferenze in via Tommaso Campanella 38.