La partita disputata ieri allo Stadium da Juventus e Milan, per lunghi tratti, è stata veramente piacevole: un bel “diavolo” rossonero nel primo tempo, l’ennesimo centro di Piątek, la rimonta bianconera nella ripresa con Dybala su calcio di rigore e il solito timbro decisivo di Kean, che ora nella massima serie non può essere più soltanto un caso. La Juventus è momentaneamente a +21 sul Napoli e, se la truppa di Ancelotti dovesse inciampare stasera contro il Genoa, per la Vecchia Signora del calcio italiano sarebbe scudetto già a inizio aprile.
Ma l’argomento che ha tenuto banco a fine gara è stato il presunto errore arbitrale: al 35′ del primo tempo, Çalhanoğlu mette in mezzo dalla destra e Alex Sandro, in scivolata dentro l’area, intercetta con un braccio. Per il signor Fabbri non è rigore, ma solo calcio d’angolo. Ma, in effetti, ci interessa poco stabilire se quello fosse rigore o meno. Quello che resta, invece, sono le polemiche e l’eredità lasciate nella storia di Juventus-Milan, con una Juve che, accusata da mezza Italia, è costretta a subire un bel danno d’immagine proprio a pochi giorni dalla fondamentale sfida di Champions contro l’Ajax.