L’ex centrocampista, reggino doc dal cuore amaranto, si è fatto amare sia nella sua città che a Messina, dove è stato capitano e protagonista della promozione in Serie A, conquistata dai peloritani.

Questo periodo di quarantena, senza il calcio giocato, è l’occasione giusta per fare un tuffo nel passato attraverso i grandi personaggi della storia gloriosa della Reggina. Uno di questi è senz’altro Sergio Campolo, ex centrocampista, reggino doc e con il sangue amaranto che gli scorre nelle vene.
Campolo era uno dei tanti talenti, usciti dalla cantera del centro sportivo Sant’Agata, che hanno reso famoso il settore giovanile della Reggina. Sergio è stato uno dei protagonisti di quella formazione Primavera che sfiorò la conquista dello scudetto, sfumato nella doppia finale persa contro il Torino di Christian Vieri. La carriera dell’ex centrocampista si può definire più che ottima, vissuta ad altissimi livelli e con grandi campioni in un’epoca in cui il calcio italiano era davvero al top. Basti pensare che all’età di venti anni Campolo lasciò la sua Reggina per approdare alla Fiorentina. Era l’estate del 1993, quando la società viola, per tentare subito la risalita nella massima serie, puntò su dei giovani di scuola Reggina ed oltre a Sergio Campolo prese anche Giovanni Tedesco e Fabio Di Sole.
In un momento della sua carriera, Campolo sembrava deciso a voler appendere le scarpe al chiodo fino a quando non fu il Messina a fargli cambiare idea. Nei tre anni vissuti in giallorosso, non solo si rilanciò a suon di prestazioni, ma indossò anche la fascia da capitano contribuendo a quella promozione in Serie A dei peloritani che mancava da tanti anni. Ancora oggi, Sergio Campolo è amato da entrambe le sponde dello Stretto. Reggio e Messina, a prescindere dalla storica rivalità, sono due nobili piazze che sanno riconoscere ed apprezzare sia l’uomo che il professionista. Il nostro Sergio non ha mai smesso di dimostrare ovunque abbia giocato la grande persona qual è e il professionista che è stato nell’intero arco della sua carriera. Non è da tutti restare in modo così indelebile nel cuore di tutto lo Stretto. Questa è una dote che appartiene esclusivamente a chi è speciale e Sergio Campolo non ha mai smesso di esserlo.