Il variegato mondo del pallone ha tra le sue pagine storie di uomini che hanno fatto del calcio una ragione di vita. Tra questi, rientra a pieno titolo Oreste Granillo, protagonista indiscusso del mondo dello sport e non solo degli anni che vanno dal 60’ e 70’.
Non basterebbero poche righe per tratteggiare la sua figura ed il suo operato, dato che ha ricoperto alla grande un’infinità di ruoli: giornalista dal 1952, consigliere comunale, assessore allo sport dal 1956 al 1963, sindaco della città di Reggio Calabria dal 1980 all’82, presidente provinciale e delegato regionale del Coni dal 1975, presidente del CSI nel 1958, più volte consigliere della Federcalcio dal 1959 al 1996.
Componente del direttivo del centro tecnico di Coverciano, ricoprì anche l’incarico di capo delegazione della Nazionale azzurra agli europei di calcio del 1968. E’ considerato come uno dei più grandi dirigenti sportivi del Mezzogiorno. Laureato in giurisprudenza, preferì impegnare le sue forze per la città di Reggio e la Reggina, di cui fu presidente dal 1967 al 1977. Dalla poliedrica cultura, la sua fama dirigenziale si fece largo anche nei palazzi romani del calcio: nacquero così le grandi amicizie con Artemio Franchi, Giulio Onesti, Franco Carraro e Antonio Matarrese. Tra le sue tante peculiarità, il forte impatto dialettico e, soprattutto, l’aver lasciato ai posteri una grande “lezione di sport”. Portavoce di quel riscatto sociale a cui aspirava la città, individuò nel calcio amaranto una delle strade percorribili. Fine intenditore del mondo del pallone, scoprì allenatori di caratura nazionale, come Tommaso Maestrelli e Armando Segato, realizzando proprio con Maestrelli e Dolfin, altra figura importante e strategica, il “miracolo” della storica prima promozione in B per la Reggina (campionato 64-65), per poi sfiorare l’approdo in A nella stagione successiva.
In un’intervista radiofonica dell’epoca, Oreste Granillo diceva: “Finalmente siamo in serie B: dopo 50 anni questa aspirazione degli sportivi di Reggio Calabria è stata appagata”. Della sua Reggina fecero parte giocatori di grande talento, come Persico, Mupo, il reggino Sbano, Alaimo, Camozzi, Florio, Sonetti, Ferrario, Santonico, Rigotto, Toschi, o Vallongo, fautori con Granillo di quell’indimenticabile periodo del blasone amaranto.
Profondo osservatore, misurato nelle parole, ha sempre avuto dalla sua grande signorilità, una bontà d’animo ed una spontaneità non comune, dimostrate con la sua presenza durante gli allenamenti settimanali, il confrontarsi con lo staff tecnico e con gli stessi calciatori seguiti anche in ritiro. Ritornano alla mente le corse sul prato verde dell’allora Comunale dei giovani tifosi amaranto, che percependo l’odore dell’erba fresca sognavano di emulare le gesta di quei calciatori che fecero grande quella Reggina, proprio grazie a Granillo.
Lo ricordano così alcuni giocatori, bandiere della Reggina:


Giovanni Toschi: “Apprezzata figura del calcio locale e nazionale, fu determinante per la mia carriera calcistica. Era una persona straordinaria. Per me fu come un padre, faceva sentire la sua presenza sempre, seguendoci anche nei ritiri. E’ stato un’onore per me averlo conosciuto ed aver ricevuto insieme a Franco Causio il primo premio a lui dedicato”.
Luigi Vallongo: “E’ stata una persona corretta, precisa, chiara, di grande personalità, che ha rappresentato in modo eccellente la societàCon lui ci si poteva tranquillamente confrontare e dialogare. Preciso nel suo essere, sempre con il sorriso sulla bocca, seguiva molto la squadra facendo sentire a tutti noi il suo affetto. Sempre disponibile, con cui si stava bene.” 
Carlo Mupo:“Per me è stato uno dei migliori dirigenti dell’epoca. Molto competente. Era un po’ tutto, ha lasciato a me e a chi l’ha conosciuto un grande ricordo. Era una bravissima persona, moderata, seria intelligente e preparata. Calcisticamente, ha dato ottimi risultati ed un’immagine diversa a Reggio ed ai colori amaranto. Persona valida, noi calciatori lo abbiamo apprezzato per il suo modus operandi molto lineare. Persona molto capace, ha ricoperto egregiamente e con responsabilità il ruolo di presidente. Un vero dirigente. Tra quelli che ho conosciuto Granillo è stato, senza ombra di dubbio, uno dei migliori. Mi fa piacere che i reggini ed i tifosi lo ricordino. Si è sempre comportato molto bene e a noi calciatori non ha mai fatto mancare niente. “

Tra i riconoscimenti postumi, dedicati alla sua memoria, si deve ricordare quello del Coni Calabria, che nel 2017 ha intitolato a Granillo l’aula Magna della Scuola regionale dello Sport al rione Gallina, così come il premio sportivo “Oreste Granillo”, fortemente voluto ed organizzato dalla figlia Maria Stella, divenuto un appuntamento imprescindibile per gli sportivi amaranto e per la città. Da buon cattolico, fu forte il suo legame con la chiesa di Sant’Agostino e la devozione allo stesso santo. Si è spento il 29 maggio del 1997 senza poter vedere “la sua Reggina” conquistare la serie A (appena due anni dopo). Certamente, la figura di Oreste Granillo non verrà mai dimenticata, perché “se si verrà ricordati, non si morirà mai”.