Si è spenta a Roma nella giornata di oggi, a nemmeno dieci giorni dal suo compleanno, festeggiato lo scorso 31 luglio. Il mondo dello Spettacolo tricolore, quello con la “S” maiuscola, si è trovato costretto a salutare per sempre l’immensa Franca Valeri, artista a tutto tondo famosa soprattutto per la sua capacità di caratterizzare i personaggi femminili rendendoli delle caricature divertenti ma complesse, specchio di una società sempre attuale. Interprete prolifica, la Valeri è stata capace di spaziare dal cinema al teatro, senza disdegnare il piccolo schermo e senza mai rinnegare sé stessa. Aveva appena raggiunto il traguardo dei cento anni celebrato da colleghi, affetti, fan.
Orgoglio ebreo
Nata all’anagrafe come Alma Franca Maria Norsa a Milano, la carriera della Valeri (il nome d’arte viene suggerito dall’amica Silvana Mauri estrapolandolo dal nome del poeta Paul Valéry e adottato per assecondare suo padre, non particolarmente entusiasta all’idea di avere una figlia attrice) inizia da adolescente quando improvvisa con le sue amiche scenette teatrali per allietare amici e parenti. Proprio grazie a queste acerbe esibizioni, Franca Valeri sarà capace di regalare ai posteri alcune tra le caricature femminili più significative dello spettacolo nostrano: la Signorina Snob, con la caratteristica “erre moscia” resa popolare dalla radio; la Sora Cecioni, esatto opposto della prima, romanaccia e coriacea, sempre al telefono con “mammà“; Cesira la Manicure, perfetta sintesi della “borghesuccia” milanese. L’esistenza dell’attrice e drammaturga sarà irrimediabilmente segnata dall’avvento della Seconda Guerra Mondiale e, soprattutto, dalle leggi razziali che portarono alla persecuzione degli ebrei. “Papà era ebreo. Ricordo quando lesse sul giornale la notizia delle leggi razziali e pianse. Fu il momento più brutto della mia vita“, aveva raccontato nel corso di una delle ultime interviste rilasciate al giornalista Aldo Cazzullo per celebrare il traguardo del centesimo compleanno. Suo padre scappò in Svizzera con suo fratello, mentre la Valeri rimase con sua madre a Milano e riuscì ad evitare l’incubo della deportazione grazie ad un impiegato dell’anagrafe, che modificò il suo documento di identità. Un periodo molto buio nella vita di questa istrionica caratterista, finito con la morte del Duce, alla quale la Valeri volle assistere personalmente. Recatasi nel tristemente noto piazzale Loreto, alla vista dei cadaveri della Petacci e di Mussolini appesi a testa in giù, Franca Valeri non provò nessun moto di pietà. “Avevamo sofferto troppo“, raccontò la Valeri, che ammise senza troppi fronzoli di aver iniziato la sua “giovinezza tardiva” il 25 aprile, giorno della Liberazione italiana dal nazi-fascismo.
Tra cinema e teatro
Gli esordi nello sfavillante mondo dello spettacolo iniziano proprio alla fine degli anni Quaranta. Entra a far parte della Compagnia del Teatro dei Gobbi (con la quale esordisce nel 1949), esibendosi a Parigi assieme ai suoi compagni d’avventura Alberto Bonucci (sostituito poi da Luciano Salce) e Vittorio Caprioli. I tre si esibiscono senza costumi di scena, intrattenendo il pubblico con degli sketch ironici, specchio della società del loro tempo.
Alla carriera teatrale Franca Valeri affiancherà anche quella cinematografica a partire dagli anni Cinquanta. L’attrice reciterà al fianco di mostri sacri della settima arte come Totò ed Alberto Sordi, diretta da maestri come Federico Fellini e Vittorio Caprioli (che sposò nel 1960 e dal quale divorziò quattordici anni dopo). La donna fu anche sceneggiatrice di alcune pellicole dirette da Caprioli, quali “Leoni al sole” e “Parigi o cara“. Franca Valeri fu capace di reinventare continuamente la sua carriera, passando dalla carriera di interprete ad intrattenitrice pura quando il piccolo schermo divenne una vera e propria miniera di show di pregio. Diretta da Antonello Falqui, la Valeri fu uno dei nomi di punta dei grandi varietà targati Rai, da “Studio Uno” a “Sabato Sera“. Le ultime apparizioni cinematografiche dell’attrice risalgono agli anni Ottanta. Nei primi anni Novanta la Valeri ritorna in auge in televisione, dove prende parte alla sit-com Mediaset “Norma e Felice“, al fianco dell’indimenticabile attore comico Gino Bramieri; tra il 1996 e il 1997 è presenza gradita nel cast di “Caro Maestro” e non disdegna, inoltre, di prendere parte ad alcuni spot di un noto panettone italiano.
Curiosa, vivace, instancabile, nonostante l’età ed i problemi di salute Franca Valeri ha vissuto sino all’ultimo tenendo intatta la sua inossidabile vena ironica, così come ammesso da Stefania Bonfadelli, cantante lirica e figlia adottiva della Valeri. I funerali dell’attrice si terranno in forma privata, mentre la camera ardente sarà allestita domani presso il teatro Argentina a Roma, dalle ore 17:00 alle 21:00.
Il cordoglio social
Non sono mancati gli attestati di stima, cordoglio e affetto dalle personalità note della politica e dello spettacolo nostrano. “E’ stata un esempio, un modello, una maestra per tutte noi – ha dichiarato Sabrina Guzzanti – Franca è stata la prima, in tutto il mondo, ad essere autrice di sé stessa. Per lei non parlerei di eredi perché Franca era un pezzo unico, ma ha tutta la mia gratitudine come donna per aver aperto una possibilità“. Il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini ha parlato della Valeri come di una grande donna: “Geniale, poliedrica, sempre in anticipo rispetto ai cambiamenti dei tempi attraversati nei suoi cento anni di vita. Lascia un vuoto ma anche una grande eredità nel cinema, nel teatro, in tutta la cultura italiana“.
“La grande Franca Valeri, di cui pochi giorni fa avevamo festeggiato il centesimo compleanno, oggi ci ha lasciato – ha twittato dal proprio account ufficiale il Sindaco di Milano Giuseppe Sala – Addio, cara Franca, Milano ricorderà con affetto e commozione il tuo sorriso, la tua inimitabile ironia, la tua arte“.
“Franca Valeri era ed è uno straordinario antidoto alla banalità e all’ovvio che stanno minacciando non solo il teatro ma la nostra vita politica e privata“: questo il toccante ricordo dell’ex Direttore del Piccolo Teatro di Milano Sergio Escobar, che ha celebrato la donna e l’interprete con la messa in scena della “Vedova Socrate“, una delle pièce più note della Valeri.