REGGINA-CITTADELLA 0-1

Marcatori: 13’pt Vita

Reggina: Turati; Loiacono, Cionek, Stavropoulos, Di Chiara; Rivas (Ricci), Hetemaj, Cortinovis (Bianchi), Bellomo (Laribi); Menez (Montalto), Galabinov (Denis). All.: Aglietti.
Cittadella: Kastrati 7,5; Perticone 7, Adorni 6,5, Mattioli 6.5, Benedetti 7 (Donnarumma); Vita 7 (Icardi), Pavan 7, Branca 7 (Mazzocco 6); Antonucci 7 (Cuppone 6,5); Okwonkwo 6 (Beretta 6,5), Baldini 6,5. All.: Gorini 7,5

Arb.: Minelli (Liberti – Della Croce – Arena / var Serra – Dei Giudici) 5,5

Note: espulso Gorini. Spettatori paganti 6.292 (1.733 abbonati).

Il Cittadella si conferma la bestia nera conquistando la quarta vittoria consecutiva al ‘Granillo’ (cinque su otto gare), interrompendo l’imbattibilità casalinga ed impedendo alla Reggina di raggiungere la vetta della classifica.La vittoria della compagine padovana è stata senza dubbio meritata, ma il pareggio alla fine non sarebbe stato ingiusto, quantomeno per le diverse occasioni create dagli amaranto nella ripresa.
La perplessità (eufemismo) al momento dell’annuncio delle formazioni è ben presto diventato timore per poi trasformarsi in incredulità. Il tecnico Aglietti ha sostituito lo squalificato Crisetig con Cortinovis e reinserito Menez a fianco di Galabinov, confermando Rivas e Bellomo esterni. In pratica, metà della squadra schierata dall’inizio era formata da calciatori dalle caratteristiche puramente offensive. Salvo poi, a nemmeno metà ripresa, non lasciare più in campo nessuno dei fantasisti. Non è chiaro quali fossero le intenzioni del tecnico amaranto, di certo sono miseramente fallite fin da subito, con la squadra sovrastata da una compagine tecnicamente migliore, ordinata, ben messa in campo, che ha pressato alto, a sembianza della Reggina delle migliori prestazioni. 
Nel primo tempo, la compagine amaranto ha fatto da spettatrice in campo, senza che alcuno dei tanti ‘talenti’ in formazione riuscisse ad accendersi. Meglio (peggio non sarebbe stato possibile) nella ripresa, quando ha confusamente attaccato creando qualche estemporanea occasione da gol sventata con bravura e riflesso dal portiere avversario. Da subito si è capito come sarebbero andate le cose e, dopo una bella deviazione del riconfermato Turati su tiro da distanza ravvicinata, neppure al quarto d’ora la Reggina è andata sotto: dodici tocchi consecutivi dei giocatori granata in trenta secondi hanno messo Vita in condizione di realizzare praticamente a porta vuota.
Dopo un tiro a lato di Menez, che lasciava presagire una reazione che non c’è stata, un paio di opportunità ancora per gli ospiti, soprattutto con un tiro scagliato alto da dentro l’area, inframezzate da un’incursione amaranto con doppio cross per Galabinov e Loiacono, che non riescono a indirizzare a rete, e un tiro di Hetemaj da fuori. Nella ripresa Aglietti ha sconfessato le sue scelte iniziali, prima sostituendo Menez e Rivas e dopo nemmeno un quarto d’ora pure Bellomo e Cortinovis: doppio attaccante centrale e centrocampo di sostanza.
Dopo un errore di Hetamaj in disimpegno con relativa opportunità ospite, gli sforzi confusi e poco lucidi degli amaranto hanno prodotto due tiri senza grosse pretese di Hetemaj e Bellomo; mentre più pericoloso quello del Cittadella che ha sfiorato il palo. E’ stato Montalto, al quarto d’ora, ad impegnare per la prima volta seriamente il portiere ospite, con un colpo di testa su angolo respinto di piede di istinto e poi l’ex amaranto Benedetti a liberare. Altra parata su un insidioso, ma debole, colpo di testa di Galabinov. L’ingresso di Denis ha sollecitato l’entusiasmo del tifo e, subito dopo, un tocco di Montalto l’ha liberato in area: il tiro, non proprio al fulmicotone, è stato deviato dal portiere. Una conclusione dal limite di Bianchi, casualmente rimpallata da un difensore in angolo, ha anticipato di qualche istante un’incursione cittadellese nell’immobile difesa amaranto respinta quasi sulla linea; e proprio al 90’, prima dell’inutile recupero, doppio intervento del portiere granata, che ha respinto di istinto prima un colpo di testa di Montalto e poi il tocco di Laribi.

Le pagelle

Turati 6.5: si sta dimostrando una sicurezza

Loiacono 5.5: non è stata una giornata semplice. Ha tentato una sortita offensiva di testa, ma quello di Rivas era più un lancio che un cross

Cionek 5: spesso a contatto con l’ex compagno Okwonkwo, a spasso in occasione del gol

Stavropoulos 6: qualche chiusura non ineccepibile, ma ha tenuto

Di Chiara 5: un’incursione, nel primo tempo, e poche possibilità di incidere

Rivas 4.5: se non è in giornata, sta tra l’inutile e l’irritante

Ricci 5: cerca di darsi da fare, senza apprezzabili risultati, anche perché spesso sotto doppia marcatura

Hetemaj 5: neppure dieci anni fa avrebbe potuto fare da solo la diga davanti alla difesa 

Cortinovis 5: chi lo paragona a Pirlo non gli vuole proprio bene. Crescerà, probabilmente, adesso deve ancora imparare e non affrettare i tempi

Bianchi 6.5: il suo ingresso ha dato una scossa alla squadra

Bellomo 6: qualche giocata ha provato a farla, ma è stato l’unico e non ha avuto aiuto. Sarebbe stato preferibile tenerlo in campo

Laribi 6: ha messo un po’ di ordine a centrocampo, ad un passo dal gol del pareggio

Menez 4.5: la mancanza di condizione fisica è lampante; ma la consapevolezza dovrebbe portarlo a compensarla con la classe 

Montalto 7: due colpi di testa parati di istinto e un assist ‘alla Menez’ per Denis. In pratica tutto quello che ha fatto la Reggina

Galabinov 5.5: un colpo di testa, lento anche perché  ostacolato, e niente palloni a disposizione

Denis 6: giubilo al suo ingresso in campo. Ha avuto subito l’occasione del gol che avrebbe fatto crollare lo stadio: bravo il portiere, ma il tiro non era certo alla Denis

Aglietti 4.5: non siamo riusciti a capire cosa avesse in testa il mister né pienamente le motivazioni che ha fornito al termine in sala stampa. Al di là delle prestazioni dei singoli (ma, quando il problema è collettivo, non può dipendere soltanto da loro) la squadra è sembrata da subito priva di equilibrio, a maggior ragione alla terza gara in nove giorni. Da sbilanciata in avanti com’era, poi non è rimasto in campo nessuno che potesse inventare qualcosa. Gli diamo atto che ha provato a modificare radicalmente le cose e che, in fondo, le occasioni per non perdere ci sono pure state.