Jeremy Menez – Foto Valentina Giannettoni

FROSINONE-REGGINA 3-0

Marcatori: 48′ Charpentier; 68′ Ciano: 89′ Canotto

Frosinone (4-3-3): Ravaglia; Zampano (82′ Barisic), Gatti, Szyminski, Cotali (65′ Lulic); Rohden, Ricci, Garritano (65′ Canotto); Ciano (82′ Novakovich), Charpentier (65′ Brighenti), Zerbin. A disposizione: Marcianò, Minelli, Kalaj, Cicerelli, Tribuzzi, Bozic, Manzari. All.: Grosso

Reggina (3-5-2): Micai; Loiacono, Amione, Di Chiara; Adjapong (59′ Giraudo), Crisetig (83′ Hetemaj), Bellomo (59′ Ménez), Bianchi, Kupisz; Galabinov (83′ Montalto), Tumminello (69′ Denis). A disposizione: Aglietti, Turati, Aya, Franco, Cortinovis. All.: Stellone.

Le ultime tre gare vittoriose della Reggina avevano lasciato ben sperare dopo la rassegnazione che gli amaranto avessero imboccato un vicolo cieco senza più vie d’uscita; forse perché in quei tre match i giocatori reggini avevano dato il massimo, oppure quelle squadre (Crotone, Spal e Pordenone) non si erano dimostrate toste come i ciociari del Frosinone che ieri sera, senza tante perifrasi, volevano vincere ed hanno vinto. Punto. Agguerritissimi e decisi nell’inseguire un trionfo che puntualmente è arrivato allo stadio “Benito Stirpe“, con una determinazione ed una tenacia tali da rischiare addirittura di segnare altre reti oltre alle tre della vittoria.
I giocatori e, soprattutto, i supporters amaranto hanno dovuto bere l’amaro calice della sconfitta, ma perlomeno in quest’ultimo match la Reggina ha presentato delle caratteristiche all’attivo e al passivo. All’attivo: la partita è stata indubbiamente migliore dell’ultima disputata in casa contro i friulani, gli amaranto hanno dato prova di maggior compattezza e motivazione, riuscendo spesso a respingere clamorose azioni da parte dei frusinati, soprattutto nel corso del primo tempo. Micai, come d’altronde Turati, conferma di essere un portiere di primo livello ed una vera e propria muraglia che ha allontanato diversi tiri pericolosi dei ciociari; per non parlare di Menez, che si accredita come l’uomo giusto al momento giusto, padrone della palla e tendente al classico gioco di squadra: peccato che il suo bel gol del 76′ sia stato annullato dalla puntigliosità del Var (che ha rilevato un fuorigioco, altrimenti invisibile, di Galabinov), anche se, dato l’evolversi della situazione, non avrebbe cambiato molto le cose.
Al passivo: nonostante la ritrovata compattezza, la Reggina si è arenata come al solito sui suoi soliti difetti: una certa svogliatezza, alimentata nel secondo tempo dallo scoramento per le tre reti frusinati (il gesto di stizza di Micai parlava da solo), giocatori che non riescono, o non vogliono, tirare il meglio di sé. Poco altro da dire; una sonora sconfitta dopo tre vittorie ci può anche stare, l’importante è non ricadere nel baratro da cui stiamo faticosamente uscendo e, ma è pure banale aggiungerlo, pensare unicamente alla salvezza per la quale stiamo comunque già percorrendo la strada giusta.