Il mestiere di giornalista è complesso e sicuramente richiede impegno e competenza, nonché il rispetto per il lettore. Nel 2023 lo sappiamo: viviamo nell’era social, una spada di Damocle che permette a tutti di dire la propria (una volta lo si faceva al bar e vi dirò che forse era molto meglio); ovviamente, uno dei principi fondamentali è la liberta di parola e di pensiero (ci mancherebbe altro) ma credo che da più parti si stia oltrepassando il limite della decenza e dell’educazione.
Viviamo in una città come Reggio Calabria che, come tutte le città del Sud Italia, vive di calcio con quest’ultimo che assume spesso la valenza di riscatto sociale. Tutto questo viene esternato, nel bene e nel male, sui social, in particolare su Facebook attraverso gruppi più o meno gestiti in maniera equa. Reggio è quindi una città umorale del Mezzogiorno, fortemente condizionabile dagli eventi sia negativi che positivi, una città che non conosce mezze misure, in cui non si è obiettivi nelle varie argomentazioni da affrontare nell’immediato.
L’ormai famoso “Caso Reggina” ne è l’esempio emblematico: “Non capisci, non sai pensare, non conosci l’italiano, sei mentalmente insano e pure alfabeta!!”. Queste sono alcune delle tante scemenze che ho letto in giro per Facebook ed è inaccettabile. Non sono certo una fan del “politicamente corretto”, ma è intollerabile accusare una persona con questi termini, solo perché non la pensa come te oppure ha una visione diversa dalla tua. Uno dei tanti difetti di Reggio Calabria (che nessuno si offenda) è proprio l’incapacità di ragionare con la propria testa, ma nel bene e nel male ci si deve schierare: o guelfi o ghibellini. Chi, come la sottoscritta, ragiona e ha una buona capacità di comprensione del testo e che quindi non è nè a favore nè a sfavore della società Reggina 1914, ma semplicemente fa informazione e non disinformazione, viene considerata di fatto “lecchina” o, peggio ancora, si fa ironia sul fatto che io sia anche fotografa (faccio presente a quelli che non lo sanno che in Italia esiste la professione di Fotoreporter, regolamentata anche dall’Ordine dei Giornalisti).

Tra sacro e profano

Elenchiamo quanto affermato da gennaio fino ad oggi sul “Caso Reggina”: Reggina esclusa dal campionato, i vari toto numeri sulla penalizzazione e, aggiungiamo adesso, anche le diverse “interpretazioni” sulla motivazione della sentenza della FIGC sul -3 inflitto alla Reggina. Ricordo ai ben pensanti giuristi facebookiani che nel nostro sistema giuridico (anche quello del tribunale sportivo) esistono l’accusa, la difesa ed una sentenza di primo grado, se poi quest’ultima viene considerata iniqua dalla difesa si fa ricorso (dopo sette giorni dalla sentenza stessa). Nel recente NOIF, la FIGC di fatto ha messo fine a quel vuoto normativo fra l’ordinamento ordinario e quello sportivo modificando gli articoli 85 e 90 del NOIF. Nel caso Reggina ricordiamo che il Tribunale di Reggio Calabria aveva vietato ogni tipo di pagamento, compresi gli oneri fiscali, nonostante la nuova società targata Saladini avesse la liquidità per poter pagare.
Tornando agli articoli 85 e 90 del NOIF, la posizione della Reggina cambia radicalmente ed è facilmente auspicabile che la società amaranto, già in secondo grado di giudizio, ottenga la restituzione dei punti in quanto la modifica in questione non è retroattiva, anche perché con tutta probabilità giungerà la celebre “omologa” del Tribunale di Reggio Calabria, che consentirà finalmente al club di Via delle Industrie di pagare le scadenze e di porre la parola “fine” a tutto questo.
Una cosa è certa: io personalmente mi ricorderò di tutte le “bischerate” scritte sulla pelle dei tifosi della Reggina, che avrebbero sicuramente meritato un’informazione diversa.