Giuseppe Bombino, presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte

Riqualificare la viabilità sostenibile difendendo la biodiversità e tutelando un’intera area territoriale: un progetto ambizioso quello del Parco Nazionale dell’Aspromonte, che ha di recente ottenuto un finanziamento ministeriale di 10 milioni di euro per un piano straordinario di riqualificazione delle strade interne della Comunità montana. La notizia ufficiale del fondo ricevuto è stata comunicata stamattina ai cronisti riuniti ad una conferenza stampa, svoltasi presso la residenza universitaria di Reggio Calabria, da Giuseppe Bombino, presidente dell’Ente Parco Nazionale d’Aspromonte, assieme al presidente della Comunità montana del Parco, Giuseppe Zampogna, e a Sergio Tralongo, direttore dell’Ente. Dei 13 milioni di euro stanziati per il Mezzogiorno nell’ambito del Piano di Sviluppo e Coesione 2014-2020 per le infrastrutture verdi, indetto dal ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, circa 9,6 milioni saranno utilizzati per il piano d’interventi proposto dal Parco in seno al progetto di ripristino delle strade interne. Ma c’è di più: il piano prevede un’azione che integra diverse politiche inclusive, mirate a collegare stabilmente i territori montani con quelli costieri; ciò comporterà una maggiore tutela dell’habitat naturale aspromontano attraverso una sinergia tra i 37 comuni siti nel Parco, superando così la rigidità delle amministrazioni e delle competenze. Insomma, una ridefinizione del rapporto tra istituzioni e cittadini che porterà ad un ripristino delle infrastrutture rispettoso delle bellezze paesaggistiche dell’Aspromonte.

I lotti su cui intervenire

«Stiamo gradualmente “metropolizzando” il Parco – ha dichiarato Bombino durante la conferenza – in passato, la comunità montana è stata pesantemente penalizzata da progetti inconcludenti che invece di migliorare la viabilità hanno portato ad un’esclusione delle strade interne dell’Aspromonte dai finanziamenti per le infrastrutture, comportando di conseguenza l’isolamento dei comuni situati lungo i crinali più alti della montagna. Ma, attenzione, per noi riqualificare le strade significherà anche difendere l’ambiente, con una tutela concreta del territorio al fine di contrastare il fenomeno degli incendi boschivi e i rischi idrogeologici purtroppo presenti nei nostri territori. Perciò, anche se l’ente non ha competenze sulla viabilità, il progetto che abbiamo presentato ha permesso il nostro coinvolgimento nella manutenzione delle strade assommata alla cura dell’ambiente; in questo modo, abbiamo voluto rispondere agli appelli disperati dei residenti di quei comuni di montagna più bisognosi di continui interventi e modifiche ulteriori alle loro strade, troppo spesso danneggiate da pioggia, fango e frane. Sia chiaro, comunque, che la nostra priorità resterà il rispetto dell’ambiente, per cui non costruiremo nuove infrastrutture ma ci limiteremo a ripristinare quelle già esistenti». Il progetto è stato suddiviso in un elenco di lotti funzionali sui quali intervenire a seconda delle emergenze: le strade che conducono al santuario di Polsi, meta di numerosi pellegrinaggi, sono una priorità all’interno del piano essendo parecchio disastrate sia lungo il versante tirrenico (strada intercomunale Fragolara – Montalto – Polsi) che su quello ionico (strada comunale San Luca – Polsi). Ma una grande attenzione è stata posta sulle strade comunali e provinciali della Locride (San Luca, Platì, Careri, Staiti, Ciminà, Antonimina saranno interessati dagli interventi), della Ionica (soprattutto le zone più alte dell’area grecanica) e della Tirrenica (Sinopoli, Delianuova, Santa Cristina d’Aspromonte, Scido, Molochio e Cittanova). Verso la conclusione della conferenza, i dirigenti dell’Ente hanno chiesto ai giornalisti di seguire costantemente il progetto nei prossimi mesi, al fine di garantire una corretta informazione a favore della serietà del piano infrastrutturale.

Sergio Tralongo, Giuseppe Zampogna e Giuseppe Bombino

Il protocollo di legalità per prevenire le infiltrazioni mafiose

Il progetto era già stato deliberato alla fine dell’anno scorso, ma ad aprile si è verificato uno slittamento dei tempi a causa delle solite lungaggini burocratiche; pertanto l’attuazione del piano dovrebbe partire entro il 2017 (forse già in estate) e dovrà comunque essere effettuata entro il 2021, termine ultimo previsto dal piano di sviluppo. Inoltre, al fine di prevenire eventuali (e probabilissime) infiltrazioni o pressioni ndranghetistiche durante i lavori di riqualificazione e operare in serenità, l’ente ha anche redatto un protocollo di legalità già consegnato alla Prefettura, che deve ancora pronunciarsi in merito.

 

 

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