Da sinistra, il sindaco di Bagaladi Santo Monorchio, Giuseppe Falcomatà, la soprintendente alle Belle Arti Anna Maria Guiducci e il presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte Giuseppe Bombino

Un progetto non solo di restauro, ma anche di riqualificazione del patrimonio rinascimentale mariano dell’Aspromonte, sconosciuto e poco considerato persino in terra calabrese; e il recupero del bellissimo gruppo scultoreo dell’Annunciazione di Antonello Gagini sarà solo il primo tassello di una lunga opera di valorizzazione di altri manufatti artistici di pregio. E’ questo l’obiettivo descritto questa mattina nel corso di una conferenza stampa presso la Pinacoteca civica di Reggio Calabria, organizzata dall’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte, in cui erano presenti, tra gli altri, il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il presidente del Parco nazionale d’Aspromonte Giuseppe Bombino, l’editore nonché delegato comunale alla cultura Franco Arcidiaco e un nutrito gruppo di studenti del Liceo Artistico “Mattia Preti”. Il Rinascimento, come ha sottolineato esordendo il sindaco Falcomatà, non deve essere sentito unicamente come il periodo storico-artistico che ha contraddistinto il Bel Paese tra il XV e il XVI secolo, ma anche come una vera e propria “rinascita” del massiccio aspromontano, un rinnovamento politico e sociale appropriato per la nostra terra.
Così come il Rinascimento, ha proseguito poi Falcomatà, è arrivato dopo i famosi secoli bui dell’Alto e Basso Medioevo, così la rinascita dell’Aspromonte giunge come una decisiva presa di coscienza, dopo tanti anni di abbandono e incuria, sull’effettiva rilevanza del nostro patrimonio storico-artistico-religioso: essa deve essere sentita come il primo importante passo di costruzione di una nuova prospettiva per guardare il nostro territorio senza più vittimismo o fatalismi di sorta. In effetti, neppure a Bagaladi, nella cui chiesa di San Teodoro Martire è custodito lo splendido gruppo marmoreo dello scultore siculo-svizzero, ci si era mai resi conto dell’immenso valore dell’opera del Gagini: “Eravamo consapevoli, questo sì, che fosse una scultura di pregio – ha dichiarato il sindaco del centro della Ionica, Santo Monorchio – ma non avevamo mai pensato che potesse essere così dotata di attrattiva. Adesso invece la consideriamo come un possibile propulsore di turismo culturale, di cui Bagaladi ha molto bisogno!”. Il restauro, già avviato, si avvale del patrocinio e della supervisione della Soprintendenza di Belle Arti della Città Metropolitana di Reggio Calabria, la cui direttrice Anna Maria Guiducci era presente alla conferenza di oggi.

La scultura di Gagini e le Giornate Europee del Patrimonio

La figura di Antonello Gagini, vissuto a Palermo tra il 1478 e il 1536 ed appartenente ad un’importante famiglia di architetti e scultori del Canton Ticino trasferitisi in Sicilia, è stata ampiamente rivalutata in questi ultimi anni, al pari del pittore di Taverna Mattia Preti: abile scultore e viaggiatore in tutte le città d’arte della Penisola (lavorava solo con marmi che comprava in Toscana e a Roma ebbe modo di apprezzare le opere del grande Michelangelo, che forse conobbe anche di persona), Gagini è oggi noto per le sue statue perfettamente rifinite fin nei minimi dettagli ed in grado, secoli prima delle opere di Antonio Canova, di restituire allo sguardo umano particolari iperrealistici come le pieghe di un vestito o i tratti somatici dolci e delicati di una delle sue tante Madonne. Al contempo, era capace di infondere una certa grazia ed eleganza alle opere come quasi nessuno riusciva a fare all’epoca, tanto da meritarsi l’appellativo di “scultore rarissimo” attribuitogli dal Vasari. Di recente, sculture uscite dalle sue mani sono state riportate alla pubblica attenzione non solo a Bagaladi, ma in tutta la provincia di Reggio come ad Ardore, Seminara, Sinopoli, oltre a diversi epigoni scoperti nella piana di Gioia Tauro, come ad Oppido Mamertina, e alle opere già note presenti su tutto il territorio siciliano. Ma il motivo per cui le sue statue sono state per troppo tempo poco considerate non è dovuto ad ignoranza o superficialità: è un altro, come spiegato nel corso della conferenza stampa. Nella provincia di Reggio il culto mariano è particolarmente sentito, come testimoniato dalla festa al santuario di Polsi in Aspromonte o dalla processione reggina della Madonna della Consolazione, tanto per citare gli esempi più significativi: quindi, le opere d’arte a tema religioso non sono semplici capolavori antichi da ammirare e fotografare, come per esempio a Firenze oppure a Roma, ma hanno continuamente riassunto e assorbito il vissuto sociale, con le popolazioni che vi si rapportano con trasporto e fede, dimenticando addirittura il reale valore artistico dell’opera che hanno davanti. Infine, l’attuazione del progetto avviene nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio, che si svolgeranno i prossimi 23 e 24 settembre: si tratta di una serie di eventi volti a sensibilizzare il pubblico verso il patrimonio archeologico ed artistico europeo. In occasione di questi due giorni, sabato 23 i musei saranno visitabili, in via eccezionale, al prezzo simbolico di 1 € per tre ore serali.

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