Forse oggi nessun può più pensare che i Sovranisti alla fine non abbiano legittima sacrosanta ragione

La mia riflessione oggi parte dall’aver sentito, nei tanti innumerevoli talk show che annaspano tra concetti politici elaborati per plasmare le masse finendo in siparietti teatrali poco edificanti, tentare goffamente di screditare i Sovranisti dipingendoli come cattivi neofascisti. Oggi, con estrema modestia e rispetto per chi pensa il contrario, posso affermare perché sono convinto che i cosiddetti Sovranisti avevano ragione fin dalla loro prima apparizione e credo anche che alla fine non c’è insulto che riuscirà a fermarli. Parto col pensare che gli elettori stiano distruggendo a ogni tornata elettorale quell’espressione transnazionale che anni d’incessante propaganda hanno tentato di trasformare in un destino ineludibile.
Lo confesso, era per me difficile immaginarlo in queste proporzioni, tanto che la campagna mediatica messa in atto per fermare i tanto chiassosi populisti in ogni Paese dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, dall’Austria all’Italia è stata di una virulenza senza precedenti ed è purtroppo destinata a durare. Trump negli Stati Uniti ha subìto lo stesso trattamento, anche se la sempre pronta diffamazione sinistroide non fa più presa, nemmeno se è strillata dal 100% dei media, anzi produce l’effetto contrario. Per esempio, la grande nazione imperialistica è vomitevole perché sempre pronta alle armi col suo essere colonizzatrice come lo sono gli Stati Uniti, ma è in termini di popolarità altissima al giorno d’oggi. La Lega, nel nostro strampalato Paese, passa di vittoria in vittoria e i 5 Stelle hanno deluso il proprio elettorato scimmiottando ad un certo punto la più becera delle versioni sinistroide, con cui tifano in quasi tutti i talk show per quella politica tracciata da una sinistra non più popolare e a difesa del popolo, ma difenditrice di quei poteri forti che basano il loro pensiero sul più antipopolare sistema finanziario che ha già messo in ginocchio fin troppe Nazioni, che vedono i loro popoli annaspare in una vita a cui hanno tolto perfino la dignità di essere umano.
Gli italiani hanno oggi perso la bussola sentendo di non essere più padroni del proprio destino e così hanno finito per farsi incantare da quella narrazione che dà la sinistra, cioè l’impressione che lo Stato sia una reliquia del passato e che il mondo sarà ineluttabilmente multiculturale, multietnico, governato da democrazie virtuali ma controllato, di fatto, da élite prive di legittimità.
Da ciò non posso che dedurre che per me essere Sovranisti vuol dire credere semplicemente nei principi fondanti delle nostre democrazie, il che non implica, contrariamente a quanto sostengono arbitrariamente i grandi e ferrati pensatori, che il tutto possa in qualche modo favorire un ritorno di quel nazionalismo ormai superato anch’esso dalla storia. Sovranista è quindi per me chi crede che ogni Stato abbia la necessità di rappresentare un Popolo, un’Identità e una Cultura comuni e che solo difendendo quelli che sono bisogni insopprimibili e caratteristici di ogni vera comunità sappia porsi in maniera costruttiva nei confronti degli altri Paesi. Significa anche, secondo il mio banale pensiero, porre le premesse di un nuovo Mondo, meno destrutturato e destabilizzante di quello che i globalisti sciocchi e indietro mentalmente tentano ancor oggi di imporre, senza pensare che stanno solo cercando di privarci dei nostri diritti, delle nostre radici e dei nostri valori. Non mi resta a questo punto che chiedermi e chiedere a che gioco stia giocando il Sovranismo: se sia una metamorfosi genetica o un ritorno di Forza Anti-Sistema da un passato pericoloso che fugge dal rilevarsi per quello che realmente è, un’antica e sacra concezione di Patria Sovrana.

                                                                                                    Il Responsabile per la Cultura

                                                                                                       Gattuso Maurizio Domenico