Gli amaranto raccolgono un buon punto in casa degli etnei restando al comando in classifica a +6 dal Bari. Il match equilibrato del Massimino ha anche evidenziato però alcuni episodi di cui ne avremmo fatto volentieri a meno.

La Reggina di Mimmo Toscano torna da Catania con un punto che gli consente di restare saldamente in vetta, a +6 dal Bari. Abbiamo assistito ad una gara equilibrata, dove il pareggio alla fine si è rivelato il risultato più giusto. Mettendo da parte l’analisi della gara, vogliamo focalizzare l’attenzione su alcune vicende che si sono verificate ieri pomeriggio al Massimino.
Il match, per quanto equilibrato e privo di emozioni, ha fatto emergere ancora una volta la scarsa qualità di alcuni arbitri, su tutti il signor Feliciani di Teramo, il quale ha dimostrato di avere come alcuni suoi colleghi manie di protagonismo. Basti vedere il rigore netto per fallo di mano in area non concesso alla Reggina e successivamente la decisione fin troppo precipitosa di espellere con il rosso diretto il catanese Rizzo e il difensore amaranto Gasparetto.
Ah Rizzo, a proposito, ma che problemi avrà con la Reggina? Società alla quale dovrebbe essere grato per averlo fatto diventare un professionista pur essendo a nostro avviso un giocatore modesto. Tralasciando l’aspetto tecnico, non è certamente migliore sul piano umano, visti i suoi precedenti comportamenti; ultimo, il tentativo di lanciare il pallone in faccia al buon Gasparetto. Speriamo che un giorno il centrocampista messinese spieghi tutto questo astio verso chi gli ha garantito un avvenire nel mondo del calcio. Invitiamo il caro Rizzo a prendere esempio da tanti suoi illustri colleghi, magari da uno come Salandria, suo compagno di squadra che avrebbe tanto da insegnargli in quanto a valori umani e morali.
Per finire, ci troviamo a dover ancora commentare l’assurdità di certe restrizioni che rendono difficile la possibilità a molti tifosi di poter seguire la propria squadra in trasferta. E’ quello che è accaduto anche questa volta ai tifosi reggini per la trasferta del Massimino. Lo stesso copione si ripeterà per la trasferta di Catanzaro. La tessera del tifoso, la Fidelity Card sono tutte imposizioni che non fanno altro che “uccidere” la passione di chi ama questo sport. Gli Ultras non sono delinquenti, bensì gruppi formati da ragazzi che vivono di sola passione restando fedeli ai loro ideali. Senza dimenticare il loro impegno nel sociale, con nobili iniziative a scopo umanitario. Il tifoso non ha alcuna tutela, nonostante sia il maggior contribuente che tiene in piedi questo “baraccone” chiamato calcio, diventato ormai soltanto un business. Viviamo in un paese dove si sta annientando la passione e la libertà, grazie alle istituzioni e a chi è preposto per garantire ordine pubblico, entrambi pagati con fior di stipendi dai cittadini. Purtroppo quando si è incapaci ad affrontare un problema, è molto più facile lavarsene le mani, anche perché la poltrona non la si vuole abbandonare. Tornando al risultato finale della gara, non c’è motivo di fare inutili allarmismi. Gli amaranto portano un buon punto a casa, bisogna soltanto gestire al meglio il vantaggio in classifica sul Bari. L’obiettivo verrà raggiunto solo se tutti restiamo sul pezzo, sostenendo questi ragazzi fino alla fine.