Niente si diffonde come la paura“. Sei parole che riassumono perfettamente la trama della pellicola diretta da Steven Soderbergh nel lontano 2011, “Contagion“: un film catastrofico, che come ogni opera del genere tiene in sospeso i suoi spettatori giocando appieno sulle proprie e le altrui paure. Dai terremoti agli alieni, dallo tsunami alle pandemie, il filone catastrofico nasce per terrorizzare letteralmente i suoi seguaci, la cui unica consolazione è quella di riconoscere, infine, che i registi di tali pellicole amano esagerare esasperando in maniera non realistica una situazione “normale” al fine di poter sperimentare trame, effetti speciali oppure finali al cardiopalma. O, almeno, sino ad oggi.

In nome dello share

Cast stellare – nel quale figurano nomi come Matt Damon, Lawrence Fishburne, Gwyneth Paltrow – suspense garantita, tematiche attuali (la diffusione delle notizie, la tutela della salute, il complottismo) caratterizzano il 27esimo lungometraggio del cineasta di Atlanta, apprezzato per lavori come “Erin Brockovich“, “Traffic” e la saga di “Ocean’s Eleven“. “Contagion” è la storia corale di medici, civili, mariti, mogli e genitori alle prese con una diffusione tanto casuale quanto letale di un fantasioso virus, il MEV-1, diffusosi a partire dal primo contagio di una cittadina statunitense in Cina.
Il MEV-1 trova la sua genesi in una fortuita serie di eventi che vedono loro malgrado protagonisti un pipistrello, un maiale e un albero di banane; complice il comportamento igienicamente sconsiderato di uno chef, il virus si propaga dall’inconsapevole “paziente 1” nell’intero globo terrestre. A scendere in campo per mettere all’angolo il “virus cinese” saranno medici che metteranno a repentaglio le proprie vite al fine di creare un vaccino utile a contenere la pandemia, mentre un ambizioso blogger non esiterà a diffondere false informazioni pur di ottenere qualche visualizzazione in più.
Lo script del film suona come qualcosa di già ascoltato. Basterebbe soltanto sostituire il nome del virus cinematografico con il più – purtroppo – tangibile Covid-19 per dare al lavoro di Soderbergh un’aura di insopportabile realtà. Il gruppo Mediaset, sicuramente conscio di una tale, fortuita coincidenza di eventi, ha così deciso di sacrificare i sentimenti ipocondriaci della gente in nome del ben più terreno share optando per la messa in onda di “Contagion” su Canale 5 nella prima serata del primo maggio, ad appena 3 giorni dall’inizio della tanto attesa “fase 2” voluta dal Premier Conte.

Polemiche web

Una scelta, quella dell’emittente privata, che se da un lato ha trovato ampio riscontro in termini di ascolti (il film è stato visto da oltre tre milioni di telespettatori, con uno share del 12,4%: mica male per un movie catastrofico che nel 2018 registrò appena il 2,3% di share alla sua ennesima replica), è stata altre sì aspramente criticata sul web da una cospicua fetta di utenti che, spaventata dalle corrispondenze tra MEV-1 e Covid-19 – o semplicemente stufa di sentir parlare di pandemie, vere o fittizie che siano – ha inondato i social network di commenti a metà strada tra l’ironico e il pesantemente critico.
Avete notato la pochissima pubblicità durante il film #Contagion? Mi sa che gli inserzionisti si sono tenuti alla larga“, ha scritto un utente sorpreso dalla scarsità di stacchi pubblicitari sulla rete ammiraglia del duo Berlusconi-Confalonieri. “Grandissima idea quella di mandare in onda #contagion su #canale5 in piena pandemia! Grandi“, ha postato sarcastico un altro internauta, mentre Facebook e Twitter ancora oggi pullulano di meme a tema “Contagion” che prendono in prestito, tra le altre, le foto di Gerry Scotti. Una scelta, insomma, che se ha premiato mediamente in termini di ascolti ha, d’altro canto, rasentato il pessimo gusto. Per fortuna, però, in questo caso siamo in possesso di un rimedio facile ed indolore per evitare il panico da pandemia: si chiama telecomando.