Corso Garibaldi

Riceviamo e pubblichiamo:

“Egregio Signor Sindaco, Le chiedo di voler leggere queste mie considerazioni in ordine a recenti fatti….. che mi hanno portato a delle riflessioni che vorrei condividere con Lei.
A seguito del post da Lei pubblicato in data 14 novembre 2020, nel quale ha segnalato esserci «troppa gente in giro», non credo che Lei, un mese prima, abbia mantenuto un atteggiamento corretto nei confronti della cittadinanza: mi riferisco, nello specifico, agli euforici festeggiamenti in occasione della sua vittoria elettorale. Questa comprensibile «euforia» dei suoi sostenitori, tra i quali sono da annoverare anch’io, non è stata ben gestita dall’amministrazione e dalle forze di polizia locale.
Non essere intervenuto per ripristinare l’ordine e imporre l’uso di DPI ha, a mio avviso, contribuito ad aumentare le tensioni in una comunità già disgregata e senza punti di riferimento saldi come la nostra.
I dati relativi all’emergenza parlano chiaro: ieri ci sono stati oltre trentamila contagi e un numero elevato di morti (oltre i cinquecento). Alla luce del suo comportamento, tutt’altro che appropriato in tempi di emergenza sanitaria (zona rossa a prescindere), ritengo che sia giusto informare la cittadinanza di eventuali controlli, rafforzati nel fine settimana (prassi, in questo periodo), e che essi vengano prorogati qualora dovessimo retrocedere a «zona arancione» o addirittura «gialla». Retrocedere in zona arancione o zona gialla non vuol dire essere fuori dal pericolo; è solo una semplice riduzione delle misure di contenimento del COVID-19.
La esorto, pertanto, in considerazione del ruolo che Lei ricopre, a scusarsi con la cittadinanza, pubblicamente, per il suo comportamento per nulla corretto verso essa: lei è uomo di palazzo, non un semplice cittadino; ha l’obbligo morale di dare l’esempio al cittadino di come ci si comporta, perché ne va di mezzo la sua credibilità; ma non sono io a doverglielo dire; è lei, a doverlo capire.
Chieda scusa a quel cittadino che, per rilassarsi, vorrebbe fare quattro tiri con la canna da pesca al mare (che gli è stato proibito di fare, persino in solitaria); ai giovani che hanno una situazione difficile in famiglia e di cui non riescono a disfarsene facilmente, ma che non possono fare quattro passi (se non nei pressi della propria abitazione) per rilassarsi e distendere i nervi; a quei negozianti che sono stati costretti a chiudere, tra cui vi sono padri di famiglia, la cui preoccupazione non è come passare il Natale, ma come arrivare a fine mese.
Infine, chieda scusa per il Suo comportamento anche a quelle persone che si stanno privando di uscire, se non per necessità, e che ancora credono nel rispetto delle regole; tra questi ci sono anch’io.
Quest’estate, per evitare di portare il COVID in famiglia (mio padre ha vari problemi di salute e il coronavirus sarebbe il colpo di grazia, in questo caso), ho rinunciato a farmi la camminata serale in Via Rada dei Giunchi, affollata durante il periodo estivo; quando la facevo, la facevo in solitaria o con qualche amico intimo, per non contrarre e diffondere il virus; ho inoltre limitato le mie cene nei ristoranti, preferendo meglio una birra e un panino nella piazzetta coi miei amici, e buttando i rifiuti negli appositi contenitori; cosa che in pochi hanno fatto. Inoltre, sebbene io sia un tifoso accanito della Reggina Calcio (tanto da seguirla in radio, durante i miei spostamenti fuori dalla Città Metropolitana), ho evitato di partecipare ai festeggiamenti nelle vie cittadine e nella Via Marina; la mia fidanzata ha le difese immunitarie basse, e prendermi il virus per contagiare lei (e vederla stare male) sarebbe stato davvero duro, sapendo che, con fortissima probabilità, avrebbe sentito tutti i sintomi che causa questo maledetto virus.
Aspetto fiducioso una Sua risposta, e magari un invito per incontrarLa (con le dovute precauzioni).
La saluto affettuosamente, D.”