Nei giorni scorsi, nei locali della segreteria di REggio ATTIVA, si è tenuta una riunione con una delegazione del direttivo del neonato comitato “Identità ed Azione”, nato a tutela dei tirocinanti della nostra città. Questi signori hanno spiegato anche a noi il dramma personale che vivono ormai da anni: di fatto, queste donne e questi uomini sono considerati, dagli enti nei quali sono distaccati, come dei veri e propri dipendenti, alcuni di loro da parecchi anni. 
Non sono contrattualizzati come dovrebbero, ma vengono considerati dipendenti a “senso unico” senza alcun riconoscimento spettante di diritto in un rapporto di lavoro, quale malattia, ferie, tredicesima e anche trattamento di fine rapporto per non pensare ai contributi assicurativi. E nonostante ciò, sono diventati indispensabili laddove prestano il proprio servizio (comune, città  Metropolitana, Gom, tribunale ecc) sopperendo alla mancanza del loro personale interno. Eppure questi “tirocinanti” non  avendo alcun contratto, di anno in anno sono costretti a sperare in qualcuno o qualcosa che possa, in qualche modo, regolarizzarli. Stiamo parlando di 6/7.000 persone in tutta la Calabria e di circa 1.000 nella sola provincia di Reggio. 
Questa situazione è  insostenibile: alcuni di loro sono arrivati all’età pensionabile, ma di pensione non si può  parlare, altri non sono in grado di poter programmare nulla, neanche un matrimonio o un semplice finanziamento, data la loro precarietà e soprattutto uno stipendio ogni tre mesi, che neanche stipendio si può chiamare essendo di poche centinaia di euro. Insomma, è veramente un dramma sociale che però, paradossalmente, non è preso in considerazione da nessuno, compresa la triade sindacale. Sì, i signori della Cgil, della Cisl e della Uil non si interessano in nessun modo del dramma che queste migliaia di lavoratori stanno vivendo. 
REggio ATTIVA ha deciso di attivarsi per cercare di sollecitare, oltre che i sindacati, anche la politica. Politica che ad oggi, con una sola eccezione chiamata Francesco Cannizzaro, non ha fatto nulla, neanche ascoltare. L’onorevole, oltre ad aver avuto il garbo di incontrarli e prestare loro attenzione durante una delle  manifestazioni di protesta, si è attivato presentando alla Camera un emendamento con la speranza di cambiare e risolvere la loro situazione. Anche noi, per quello che riusciremo a fare, abbiamo deciso di sostenere questi signori e la loro causa, divenuta ormai una battaglia di civiltà e di giustizia sociale.