Da sinistra: Antonio Marziale, Claudio Barbaro, Giuseppe Agliano e Fabrizio Pace

Lo Sport come fonte di valorizzazione, sviluppo ed opportunità lavorative per i giovani: è solo un altro punto del lungo programma politico che il candidato alle Regionali di Fratelli d’Italia, Antonio Marziale, sta presentando in questi giorni febbrili di campagna elettorale. Oggi allo Sport Village di Catona (Rc) si è svolto un incontro/dibattito pubblico che Marziale ha avuto con il presidente dell’ASI (Associazioni Sportive sociali Italiane) Claudio Barbaro (anche senatore di FdI, n.d.r.), presente anche l’ex assessore comunale allo Sport Giuseppe Agliano, con moderatore Fabrizio Pace, direttore responsabile de ilmetropolitano.it.
“Abbiamo scelto Marziale, noi militanti del circolo “Antonio e Ciccio Franco”, perché oltre ad essere un amico ed un professionista affermato è un uomo di centrodestra che in diverse occasioni non ha esitato a sporcarsi le mani per il bene della collettività – ha esordito Agliano – stiamo cercando una svolta definitiva per un mondo che si è afflosciato su sé stesso. Il motivo per cui il senatore Barbaro è presente qui oggi con noi risiede nel fatto che egli è stato per certi versi l’artefice principale della candidatura di Antonio – ha poi aggiunto Agliano – secondo noi, il riscatto politico-sociale della Calabria può e deve passare anche attraverso lo sport, del quale non esiste quasi più il concetto che si possedeva una volta, men che meno nella nostra terra. Siamo stanchi di vedere la nostra Reggio abbandonata e strapazzata, una città in cui non c’è più neppure il più elementare servizio a disposizione dei cittadini”.

Un forte attaccamento a Reggio ed un senso di appartenenza al territorio condivisi anche da Barbaro, capitolino di origini bagnaresi: “Le mie radici sono anche calabresi, uno dei motivi che mi hanno spinto a sostenere Marziale – ha detto – l’altro motivo è la mia amicizia con la compianta Iole Santelli: una persona morta per la sua Calabria, che avrebbe potuto fare tanto per i calabresi. Marziale è importante per consolidare la dignità dello sport e, di conseguenza, dell’ASI in Calabria perché, se non riusciamo a dar voce alle nostre istanze politiche, non ce la faremo mai ad essere davvero presenti sul territorio a favore della comunità. Marziale può rappresentare perfettamente le nostre proposte e cercheremo, con la sua candidatura, di realizzare i nostri interessi dal punto di vista associativo; noi puntiamo con Antonio alle politiche di sviluppo, lavoro ed infrastrutture, soprattutto per quanto concerne l’aeroporto di Reggio e l’alta velocità, poiché mi stringe il cuore ripensare a quei momenti in cui la città dello Stretto era al centro del traffico delle rotte nazionali e internazionali. Dobbiamo fare in modo di andare contro lo stereotipo del Sud Italia che non può (o non vuole) sfruttare correttamente le risorse. Siamo del parere – ha poi concluso – che se dovesse persistere questa negazione culturale e sociale dello sport, non sarà mai possibile creare delle forme di sviluppo anche in questo settore; il mondo dello sport continua ad essere percepito in Italia come una vacca da mungere, l’universo dei lustrini e delle vittorie, senza pensare mai a cosa c’è dietro, a quella mentalità e quella fatica che permettono tutto questo. Antonio Marziale, qualora dovesse venire eletto, riuscirà sicuramente ad unire cultura, sport ed amministrazione in un forte connubio”. Un compito che lo stesso Marziale ha promesso di mettere concretamente in pratica: “Uno dei drammi di oggi è che nessuno ha più il coraggio di metterci la faccia – ha dichiarato – quindi, quello che sto facendo in campagna elettorale è per me solo un modo diverso di approcciarmi alla mia terra, alla società e ai calabresi. In passato ho già portato 890 interventi sul territorio, che testimoniano da soli il mio legame con la Calabria. Ho quindi detto sì perché sapevo di non aver assolutamente bisogno di presentarmi alle persone, perché ho già lavorato tanto per i calabresi e per affrancare i minori dal fascino della Ndrangheta”.
“Migliorare si può, senza fare comizi e basta – ha poi precisato – chi mi conosce sa perfettamente chi sono e cosa ho fatto; per vocazione ho detto sì alla candidatura. In FdI vogliamo occuparci innanzitutto dei bambini, compresi quelli migranti, a dispetto di quello che pensa qualcuno: crediamo in un’Europa a misura d’uomo, non di spread, un’Europa d’identità e culture con l’uomo al centro, non le banche. Secondo noi, una Regione deve essere una vera emanazione dello Stato per aiutare i giovani e promuovere lo sport, inteso come vera opportunità di sviluppo per i minori. Io mi prendo l’impegno di continuare a lavorare, non di iniziare a farlo davvero, come promettono in tanti. La gente deve convincersi che votando creerà una classe dirigente che crede nei suoi obiettivi”.