L’ incontro sulla malattia diabetica, tenutosi ieri presso il Palazzo della Provincia di Reggio Calabria, organizzato dalla dott.ssa Wanda Albanese De Leo, Presidente del Lions Club RC Host, ha consentito di fare il punto su
una problematica che, per il numero dei soggetti coinvolti, è certamente di notevole rilevanza sociale.
Grazie alla professionalità dei relatori, capaci di sintetizzare e di esprimere con linguaggio non tecnico le varie tematiche, l’iniziativa, fortemente voluta dai Lions, ha sicuramente raggiunto lo scopo che si era prefissato: contribuire a combattere il diabete.
Dopo i saluti ufficiali del Presidente dell’ Ordine dei Medici di Reggio Calabria, dott. Pasquale Veneziano, e del dott. Mimmo Praticò, Presidente di zona 1 Distretto Lions 108YA, a condurre i lavori sono stati chiamati la dott.ssa Maria Grazia Richichi, medico geriatra responsabile della struttura Neurolab di Villa S. Giovanni, ed il dott. Domenico Minasi, pediatra direttore della Pediatria del GOM di Reggio Calabria.
Le relazioni sono state svolte dalle dottoresse Marilena Lia e Tiziana Attinà del GOM di Reggio Calabria, dalla dottoressa Maria Angela Sculli dell’ Ospedale Morelli di Reggio Calabria, dalla psicologa Rita Tutino e dalla dirigente scolastica avv. Lucia Zavettieri.
Un’importante novità, da cui tutto il mondo scientifico internazionale si aspetta molto, è stata quella presentata dal dott. Francesco Mammì, pediatra-diabetologo che ha contribuito a far nascere in Calabria la
Rete diabetologica pediatrica calabrese“, un network assistenziale operativo da 15 anni su tutto il territorio regionale, di cui il centro di diabetologia pediatrica del GOM di Reggio Calabria è uno dei punti di
riferimento più importanti per tutta la provincia.

Il progetto

Si tratta dell’avvio della Legge n. 130 del 15 settembre 2023 riguardante lo screening nazionale per individuare i bambini ad alto rischio di diabete tipo 1 e celiachia. Come previsto, è già partito lo studio pilota, coordinato dall’ Istituto Superiore di Sanità, che vede al momento coinvolte quattro regioni : Lombardia, Sardegna, Campania e Marche. In questa fase iniziale sono state individuate tre fasce di età su cui verrà effettuato lo screening. Verranno coinvolti oltre cinquemila bambini di 2 , 6 e 10 anni. È stato già fatto l’accordo con i Pediatri di famiglia che avranno il compito di informare i propri assistiti e di eseguire, su base volontaria, un prelievo di sangue capillare dal polpastrello per la ricerca degli autoanticorpi che compaiono molto tempo prima delle manifestazioni cliniche della
malattia.
Il laboratorio di riferimento, identificato per le 4 regioni pilota, è quello del San Raffaele di Milano, dove saranno centralizzati tutti i prelievi. Conclusa questa fase entro il 2024, partirà il progetto su base nazionale che vedrà il coinvolgimento di tutti i bambini da 1-17 anni di età. In ogni singola regione sarà individuato un laboratorio accreditato per l’esecuzione di detti esami.
Cosa ci si aspetta da questo importante progetto? Da un lato, di arrivare ad una diagnosi precoce, evitando l’esordio del diabete in situazioni critiche. Attualmente, nonostante le varie campagne d’informazione effettuate dalle Società scientifiche, circa la metà dei 1400 bambini diagnosticati con diabete di tipo 1 ogni anno in Italia arriva in
ospedale in acidosi diabetica
, una grave complicanza acuta che può, in alcuni casi, portare a danni neurologici permanenti e, talvolta, anche a morte. Dall’altro, di ottenere maggiori informazioni per comprendere meglio la storia naturale della malattia e, soprattutto, di potere rallentare e, possibilmente, arrestare la storia naturale della malattia attraverso nuove strategie farmacologiche, alcune delle quali hanno già dato risultati molto promettenti.
Ha chiuso i lavori, l’avv. Raffaella Caminiti, Presidente dell’ Associazione “AGD Prof. Renato Caminiti” di Villa San Giovanni che, nel ringraziare tutti gli operatori sanitari reggini per la professionalità e la passione che mettono nel loro lavoro, ha espresso l’auspicio che la ricerca possa, in tempi brevi, fare un ulteriore decisivo passo in avanti per arrivare alla definitiva guarigione della malattia la cui gestione, in età pediatrica, è molto complessa ed impegnativa sia per i ragazzi sia per le loro famiglie.