Potrebbe essere l’indegna conclusione di una brutta serie TV se non fosse, invece, un’altrettanto squallida pagina di cronaca. L’attore di “Empire” Jussie Smollett, recentemente balzato agli onori della cronaca per essere stato vittima di un’aggressione a stampo omofobo, è finito sotto inchiesta proprio per quella stessa aggressione.
Stando alle ultime indiscrezioni trapelate sulla stampa statunitense, Smollett, che in “Empire” interpretava il ruolo di Jamal, figlio omosessuale di Lucious e Cookie Lyon, avrebbe inscenato il suo stesso attacco lo scorso 29 gennaio. L’aggressione ai danni dell’attore 37enne aveva suscitato un’ondata di sdegno non solo all’interno della comunità LGBT – della quale fa parte lo stesso Smollett, omosessuale dichiarato dal 2015 – ma anche nell’intera opinione pubblica, non solo statunitense. Lo stesso Presidente Donald Trump, che sembrava fosse stato citato dai due presunti aguzzini dell’interprete e cantante, si era schierato in un primo momento in difesa dell’uomo definendo il crimine di cui era stato vittima “orribile“.

La svolta

Dopo la barbara aggressione subita, Jussie Smollett aveva preso parte a diversi talk show in patria, nei quali dichiarava che l’orribile episodio non lo aveva tuttavia logorato nè nel corpo né nell’anima. La versione dei fatti, fornita dall’attore alle forze dell’ordine della città di Chicago, non aveva comunque mai convinto fino in fondo gli investigatori. Stando al racconto della presunta vittima, Smollett era stato aggredito lo scorso 29 gennaio mentre passeggiava per le strade della città. I due “orchi” lo avrebbero colpito e gli avrebbero legato una corda al collo prima di cospargerlo completamente di un liquido non chiaramente identificato (pare si trattasse di candeggina). Dalla bocca dei due aggressori sarebbero inoltre uscite le seguenti parole: “Questo è il Paese MAGA (acronimo di “Make America Great Again“, slogan elettorale di Donald Trump)”. Una versione che, però, aveva lasciato gli uomini della Polizia di Chicago perplessi sin dall’inizio, complici anche le assenze di testimoni oculari e degli stessi aggressori nei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. I due “criminali” erano invece stati identificati successivamente dai detective, grazie alla presenza di altre telecamere nelle vicinanze della scena del presunto crimine, che li avevano filmati.
Con comprensibile stupore, i poliziotti sono risaliti all’identità dei due criminali. Si tratta di Ola e Abel Osundair, due fratelli nigeriani non sconosciuti a Jussie Smollett, dato che avrebbero addirittura preso parte ad “Empire” come comparse.

Futili motivi

Stando alle ultime indiscrezioni, i due fratelli avrebbero ricevuto un compenso (pari a 3.500 dollari) da Smollett per inscenare l’aggressione. Alla base del vile atto ci sarebbero motivazioni a dir poco ridicole: Jussie Smollett, infatti, avrebbe manifestato insoddisfazione per il compenso ricevuto per la sua interpretazione di Jamal Lyon in “Empire” ed avrebbe così pensato di creare un vero e proprio caso mediatico per riaccendere i riflettori sulla sua persona. Un’azione deprecabile e condannata a pieni polmoni da fan ed opinione pubblica. “Che dici di MAGA e di decine di milioni di persone che hai insultato con i tuoi commenti pericolosi e razzisti? #MAGA” ha twittato il Presidente Trump appena appresa la notizia dell’arresto di Smollett, che ora rischia sino a tre anni di carcere per aver fornito falsa testimonianza alla polizia. “Smollett si è approfittato del dolore e della rabbia del razzismo per promuovere la sua carriera – ha commentato il Capo della Polizia di Chicago Eddie Johnson, che imputa all’attore di – aver gettato una macchia su tutta la città con un’azione vergognosa”. Mentre i legali di Smollett continuano a sostenere l’innocenza del proprio cliente “sino a prova contraria”, promettendo indagini approfondite, la 20th Century Fox, casa di produzione di “Empire”, non ha perso tempo sopprimendo immediatamente il personaggio di Jamal dalla serie televisiva.

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