La sua morte, giunta a 90 anni nella giornata di ieri, ha lasciato attonito non solo il mondo del cinema, ma anche i suoi amatissimi fan, cresciuti a dismisura sin dal suo esordio nella Settima Arte nel lontano 1957. Ha perso la sua partita a scacchi con la morte l’immenso Max von Sydow, famoso per le sue interpretazioni in opere che hanno segnato la storia del cinema internazionale – come “Il settimo sigillo“, “Il posto delle fragole“, “L’esorcista” – nonché per le sue interpretazioni magistrali sul piccolo schermo – l’ultima, ma non per importanza, nel celeberrimo show HBO “Il Trono di Spade“.
Nato in Svezia ma naturalizzato francese, la prolifica carriera di Max von Sydow fu contraddistinta dal fortunoso incontro con il regista e sceneggiatore svedese Ingmar Bergman, che fece di von Sydow il suo attore feticcio, dirigendolo dietro la macchina da presa in ben 14 pellicole. Il sodalizio tra l’interprete e il cineasta si tradusse in lavori di successo planetario come i sopracitati “Il settimo sigillo” (nel quale interpreta un cavaliere crociato che intraprende una surreale partita di scacchi contro la Morte), “Il posto delle fragole”, “L’ora del lupo“, “La vergogna” e “I tre giorni del Condor“, solo per citare alcuni dei titoli più importanti. Von Sydow divenne, però, popolare al grande pubblico grazie all’horror del 1973 “L’esorcista“. Nel blockbuster firmato William Friedkin l’attore svedese vestì i panni di padre Lankester Merrin, esorcista dal passato tormentato che cercherà di liberare la povera piccola Regan dalla furia del demonio, arrivando a perdere la sua stessa vita.
Performer versatile e instancabile professionista, sin dai suoi esordi Max von Sydow non ha mai appeso il copione al chiodo, prestando il suo volto e le sue capacità alla causa di diversi registi e saltando con maestria da un genere all’altro. Tra le opere filmiche e televisive alle quali ha preso parte ricordiamo: “Dune” di David Lynch, “Europa” di Lars von Trier, “Minority Report” di Steven Spielberg, “Non ho sonno” di Dario Argento, “I Tudors“. Amatissimo dagli Studios e non solo, l’attore novantenne ha ricevuto nella sua vita (solo) due candidature ai premi Oscar – per “Pelle alla conquista del mondo” di Bille August nel 1989 e per “Molto forte, incredibilmente vicino” di Stephen Daldry nel 2012. A dare l’annuncio della morte di von Sydow è stata la seconda moglie dell’attore, la produttrice francese Catherine Brelet: “È col cuore a pezzi e un’infinita tristezza – ha raccontato la vedova al giornale d’Oltralpe “Paris Match” – che abbiamo l’estremo dolore di annunciarvi la scomparsa di Max Von Sydow l’8 marzo 2020“. Un’altra insostituibile perdita per l’universo cinematografico, che non mancherà certamente di onorare un professionista così generoso.