Rosanero gasati a scalare posti per la classifica e una Reggina che, ancora una volta, deve leccarsi le ferite tornando a casa con un sacco vuoto, ma recriminando di nuovo per discutibili decisioni.
Un clima poco sereno, con la decisione in extremis di chiudere la trasferta ai tifosi amaranto. La sicurezza prima di tutto, ma il calcio è del popolo e tale deve restare con l’obiettivo di programmare giorni di sport e di feste, eventi dedicati alla famiglia e a quel mondo vero ultras che rispetta sani principi. Quei VALORI altamente decantati, ma tanto in disuso.
Sarebbe stato uno spettacolo con più di quei 26mila spettatori presenti, dove il popolo amaranto avrebbe voluto esserci per godere di una sfida di altra categoria, dedicato a due tifoserie che per tradizione e passione vantano palcoscenici di serie A.
Tanti dibattiti, forse troppo tecnico-tattici; non serve arrabbiarsi, abbassiamo i toni portando RISPETTO con voci consapevoli del loro ruolo.  Una vittoria rosanero, causata da due gol con errori, che ha fatto arrabbiare mister Pippo Inzaghi il quale, ne siamo certi, non ci dormirà in tutti questi giorni. Ma (ma!) cosa dire di direzioni di gara giudicate insufficienti da numerosi addetti ai lavori, con un arbitro non all’altezza della situazione?
Questa è la Serie B: la cintura su Gagliolo ed il fallo in contemporanea su Liotti, con tanto di linea alla sala Var? Tutto ok, proseguire. Niente signor arbitro, abbiamo visto male e sbagliato noi. A condire la frittata, anche le urla a senso unico di cronisti tifosi, ad uso e consumo di tifosi e cronisti da salotto.
Bisognerebbe forse pensare che esistono sportivi neutrali o tifosi che hanno il senso dell’obiettività. Non travestiamoci da giudici se siamo giornalisti o tifosi. Tempo, passione e lavoro stabiliscono le distanze e riportano i valori al loro posto: così almeno ci piace credere. Sarebbe bello vedere ognuno che si occupi delle cose di propria competenza. Nel frattempo, RISPETTIAMO LA REGGINA perché in fondo è proprio vero che “Non siamo fatti per piacere a tutti. Quando si è sé stessi, si hanno pochi amici e molti ti ignorano e segretamente ti invidiano”.